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CASTEL DI SANGRO – Sarà probabilmente collocata in una struttura protetta e allontana dalla casa familiare la ragazzina cinese di 12 anni che nel giorno dell’Immacolata Concezione è stata recuperata a Castel Di Sangro dopo una settimana di ricerche. La richiesta ai servizi sociali della capitale è arrivata proprio dai militari che hanno trasmesso l’informativa al Tribunale per i minorenni dell’Aquila e a quello capitolino. Sulla delicata vicenda è stata quindi aperta una doppia inchiesta. La prima volta a ricostruzione quanto accaduto nel capoluogo sangrino dove la 12 enne, in verità, è rimasta per circa un mese, lontana dai suoi familiari, trovando alloggio a casa di un connazionale adulto. L’altro filone si svilupperà nella capitale dove la piccola vive con la madre e la sorella. Va analizzato il contesto domestico e non solo poichè la scomparsa della bimba lascia molti punti interrogativi e tinge di giallo la vicenda. La ragazzina si era allontana volontariamente da casa il 9 novembre scorso. Un viaggio in treno fino a Sulmona e un altro sul bus fino a Castel Di Sangro dove ha bussato alle porte di un uomo adulto, verosimilmente un conoscente, che l’ha accolta in casa, senza mostrare interesse, fornendo vitto e alloggio. Non è chiaro se la ragazzina è tornata a Roma per poi fuggire di nuovo. Fatto sta che la denuncia di scomparsa, che ha attivato la filiera delle indagini, è stata presentata dalla madre solo la scorsa settimana. Da qui il ritrovamento dello scorso 8 dicembre a Castel Di Sangro dove la piccola, presa in carico dai Carabinieri, è stata affidate alle cure dell’equipe di operatori dell’ospedale di Sulmona per gli approfondimenti diagnostici e le visite del caso. Gli esami hanno accertato che non c’è stata violenza carnale. La 12 enne non era denutrita nè sporca. Non è stata vessata tant’è che mostrava apparentemente sicurezza anche se sono state riscontrate delle lesioni su un gamba e su un braccio di probabile origine autolesionistica. Una storia familiare complessa e non proprio serena dal momento che la ragazzina avrebbe riferito di essere stata più volte rifiutata dalla madre e cacciata di casa come pure il padre sarebbe sparito da tempo. All’uomo di Castel Di Sangro che le ha aperto le porte di casa si è finta maggiorenne pur di trovare ospitalità. Ha avuto accoglienza e il necessario per vivere ma per circa un mese ha disertato le attività didattiche dell’istituto romano che frequenta. Secondo gli addetti ai lavori un temporaneo allontanamento dal contesto familiare sarebbe più che utile per svolgere ulteriori accertamenti e delineare i possibili scenari della vicenda. Gli inquirenti vogliono rimettere insieme i pezzi di un puzzle che risulta ancora confuso al fine di verificare se ci sono profili di responsabilità da parte delle persone coinvolte. Al momento non risultano iscrizioni sul registro degli indagati. Due fascicoli sono stati aperti, rispettivamente dal Tribunale per i minorenni di L’Aquila e Roma. Nelle sedi opportune sarà affrontata e sviscerata la strana storia che probabilmente non ha a che fare nè con i social nè con la neve dell’Alto Sangro.

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