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SULMONA – Era accusato di essere stato visto in giro dai colleghi, pur essendo in malattia e in orari di reperibilità per visite fiscali. Addirittura, secondo l’accusa, se ne era andato in giro tra Brindisi, Rimini, Pescara e Albania. Ma per un autista di bus comunale, G.D.G., è arrivata questa mattina la sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice, Francesca Pinacchio. Per il Tribunale il fatto non sussiste. Secondo la Procura il 53 enne, autista di bus comunale, avrebbe simulato problemi fisici, ottenendo certificazioni tali da consentirgli di usufruire di assenze dal lavoro, ottenendo periodi di riposo presso il proprio domicilio, non rispettando le fasce orarie di reperibilità per le visite fiscali, recandosi tra l’altro un giorno a Brindisi, presso il porto internazionale, per imbarcarsi per l’Albania, quattro giorni a Rimini e uno a Pescara, cagionando un danno di 1150 euro al Comune per la liquidazione delle proprie giornate di malattie, ovvero quindici giorni. Il castello accusatorio è stato smontato per punto per punto dai testi escussi in aula e dalla documentazione prodotta dall’avvocato difensore, Alessandro Scelli. In quei giorni l’auto e quindi il telepass autostradale erano stati utilizzati dal figlio dell’imputato. Inoltre il medico fiscale, recatosi per visita nell’abitazione del dipendente aveva dichiarato di non aver potuto effettuare la visita, per il fatto di non aver trovato il nome del dipendente nel campanello del condominio nel quale risiede. Circostanza non vera come è emerso durante il processo. Per questo il 52 enne è stato assolto dalla pesante accusa di truffa ai danni dello Stato che prevede fino a cinque anni di reclusione.
Andrea D’Aurelio

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