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SULMONA – Una valanga di solidarietà per il Dirigente Cogesa, Stefano Margani. All’indomani del tentato incendio doloso alla sua auto stanno crescendo, soprattutto sui social, le manifestazioni di vicinanza. Ad aprire il giro è stato l’amministratore unico del Cogesa, Vincenzo Margiotta. “Siamo molto vicini a Stefano in questo momento e ai suoi cari – interviene – una cosa del genere ci lascia basiti, ma non inermi, per questo la condanna all’episodio deve essere forte e chiara. Vicinanza e condanna sono due effetti della stessa medaglia in questo caso, che mi sento di esprimere a nome di tutta la famiglia Cogesa e per conto di tutti i dipendenti, nessuno escluso”. “E’ un gesto da condannare quello che ha colpito questa notte il dirigente Cogesa, Stefano Margani, finito nel mirino di un tentativo di incendio. La solidarietà a tutta la famiglia è un atto obbligatorio e dovuto da parte delle istituzioni, ma anche affettuoso che impone una riflessione nei confronti di una comunità esposta in questi ultimi tempi ad episodi di odio e violenza”- è intervenuto il vice sindaco di Sulmona, Nicola Angelucci. Per il sindaco Annamaria Casini si tratta di un “gesto gravissimo che deve essere perseguito con grande decisione. Confido che la magistratura e le forze dell’ordine possano fare piena luce sull’accaduto e si possano individuare i responsabili, così da consentire a tutti di recuperare la giusta serenità per riprendere il cammino”. “Sono al tuo fianco, condanno apertamente il gesto vile e riprovevole di cui sei stato vittima”- ha scritto il sindaco di Prezza, Marianna Scoccia- “una compagine animata da odio e rancore vorrebbe distruggere intero territorio, ma non ci riuscirà”. Vicinanza a Stefano Margani è arrivata anche dal marito, il consigliere regionale uscente Andrea Gerosolimo. Il consigliere comunale di Sulmona, Andrea Ramunno, è invece convito che “non si può fare finta di nulla”. “Se attaccano il coordinatore generale di una società pubblica”- chiosa Ramunno- “attaccano la società come già accaduto e attaccano tutti.
Spero che questa volta almeno vengano individuati i responsabili”.

Andrea D’Aurelio

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