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SULMONA – Giù la mascherina, solo all’aperto, ma è vietato ripetere il “film” della scorsa estate.  Scatta oggi il via libera nelle zone bianche, dove l’incidenza di rischio è inferiore ai 50 casi su 100 mila abitanti per almeno tre settimane consecutive,  fermo restando alcune indicazioni “precauzionali”, per dirla con le parole del governo centrale. Resta l’obbligo in caso di assembramento e nei luoghi al chiuso, ma passeggiare all’aperto senza indossare i dispositivi di protezione individuale sarà dunque possibile. La mascherina andrà comunque portata sempre con sé, perché, qualora dovesse mancare il giusto distanziamento, sarà necessario indossarla per proteggere se stessi e gli altri. Tra gioia e preoccupazione abbiamo chiesto ai cittadini cosa ne pensano. Per i sulmonesi la decisione del governo non è drastica se accompagnata dalla parola magica: prudenza. Sulla stessa lunghezza d’onda l’infettivologo, Alessandro Grimaldi, primario del reparto malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila che ci ha rilasciato una lunga intervista sull’estate, il virus e l’incognita Delta. Lo stop alla mascherina all’aperto, all’indomani di un nuovo fronte di contagio in città e con la nuova variante che comincia a circolare in Abruzzo, non può essere inteso come un rompete le righe. “Le possibilità di contagio all’aperto, in modo particolare per coloro che sono stati vaccinati, sono bassissime. Però non si possono escludere a priori quando ci si trova in uno spazio limitato. Si può fare a meno della mascherina se si rispettano le regole del distanziamento”- ricorda Grimaldi che avverte: “non vorrei che questo liberi tutti si traducesse in atteggiamenti sconsiderati come se il virus non circola più  o la pandemia è finita. Questo film lo abbiamo già visto l’anno scorso e si è rivelato  un film dell’orrore. E’ vero che quest’anno ci sono le vaccinazioni ma ci sono anche virus più contagiosi. La prudenza deve essere massima. Non può passare il messaggio del rompete le righe. Finchè non arriveremo all’immunità di gregge dobbiamo essere prudenti”. Da oggi siamo quindi a chiamati a mettere in tasca o ai gomiti la mascherina, da usare in caso di assembramenti. La prevenzione invece va in testa. Nel senso che, dopo un anno e mezzo di pandemia, serve ancora un nuovo approccio culturale. Infine è necessario implementare la vaccinazione tra i più giovani oltre che completare il ciclo con la seconda dose,  fondamentale ai fini della protezione

Andrea D’Aurelio

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