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SULMONA – Due denunce per estorsione e due daspi urbani. È questo il bilancio dell’attività d’indagine, condotta dal Commissariato Ps di Sulmona, sulla lite tra stranieri divampata lo scorso 8 settembre in pieno centro storico, tra piazza Annunziata e via Pantaleo, nei pressi di un’attività. Gli operatori del Commissariato hanno rimesso un’informativa alla Procura attraverso la quale contestano l’estorsione ad una giovane coppia di macedoni. I due (marito e moglie), secondo gli investigatori, da circa due anni avrebbero posto in essere condotte dirette in modo non equivoco ad estorcere alimenti al pubblico esercizio, senza pagarne il prezzo dovuto, soggiogando e intimorendo una dipendente di origine turca con atteggiamenti delittuosi, arrecando grave nocumento all’attività esercente. Entrambi, quella sera, avrebbero cagionato lesioni personali alla donna, che sarebbe stata percossa in presenza della figlia minore, giudicate guaribili con una prognosi di sette giorni come sentenziato dal locale nosocomio. Inoltre, sempre secondo gli operatori del Commissariato, il giovane macedone avrebbe anche minacciato la dipendente del locale al grido di “ti faccio chiudere il negozio e ti faccio mettere in galera”. Una condotta non proprio sporadica secondo gli inquirenti che hanno chiesto ed ottenuto per entrambi il daspo urbano, disposto dal Questore dell’Aquila. La giovane coppia, per un periodo di due anni, non potrà recarsi nei 28 bar collocati sul territorio comunale, pena la reclusione da sei mesi a due anni e una multa da 8 mila a 20 mila euro. Per la Questura “sono significativi gli elementi di elevata pericolosità della condotta tenuta dagli interessati in quanto l’azione minacciosa, violenta e lesiva veniva messo in atto in luogo pubblico, alla presenza di una persona minorenne”. Peraltro uno dei due, rileva la Polizia, ha all’attivo una condanna per furto aggravato e un avviso orale del Questore. Un provvedimento, quello del divieto di accesso nei locali, che sarà contestato, nella forma e nella sostanza, nelle sedi opportune tant’è che la coppia ha già dato mandato al proprio legale, Roberta Polce, per l’immediata impugnazione dell’atto. “È tutto assurdo. Non è facile digerire un’accusa del genere e un divieto del genere, tenendo conto che quella sera siamo stati aggrediti per il solo fatto di aver chiesto un panino, come clienti”- commentano i macedoni- “noi ci siamo perfettamente integrati nella comunità ormai da anni e mai siamo apparsi scontrosi nè pericolosi. Ecco perchè il fatto di non poter entrare nei bar della città per due anni ci fa stare davvero molto male. Respingiamo tutte le accuse e, con l’aiuto del nostro legale, siamo certi che la giustizia farà il suo corso”. La coppia ricorda inoltre che il 28 enne, quella sera, restò steso a terra per circa un’ora in attesa dell’ambulanza prima di essere caricato e trasportato in ospedale dove i medici gli hanno diagnosticato un trauma contusivo della testa e del massiccio facciale con deviazione della piramide nasale oltre ad una contusione al ginocchio sinistro. Il tutto giudicato guaribile con una prognosi di una settimana. Il 28 enne ha presentato quindi una querela per lesioni e lo stesso farà nelle prossime ore anche la moglie per andare fino in fondo al caso. Insomma la vicenda ha assunto dei risvolti imprevedibili e il “secondo tempo” si giocherà sui tavoli della giustizia.

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