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SULMONA – Tavoli e sedie che volavano, calci, pugni e persino una bottigliata sferrata in pieno volto. Una scena da far west, quella balzata alle cronache il 30 giugno 2019, per la quale tre giovani, compresi tra i 26 e i 30 anni di età, tutti noti alle forze dell’ordine, sono stati rinviati a giudizio e ieri sono comparsi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, per il processo che li vede imputati per il reato di lesioni aggravate. I tre, di cui due di etnia Rom, quella notte diedero vita ad una vera e propria zuffa. Stando alla ricostruzione degli investigatori, dopo un acceso diverbio, il giovane sulmonese, probabilmente provocato, avrebbe colpito uno dei due rom con una bottiglia. Da lì si sarebbe scatenato il putiferio. Nella rissa è quindi intervenuto l’altro rom per sferrare un pugno in pieno volto. L’aggressione era iniziata in via Pantaleo per poi prendere corpo nella strada che collega i due locali del centro storico di fronte alla scalinata dell’Annunziata. In due finirono in ospedale: uno con quindici giorni di prognosi, un altro con trenta giorni, costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico all’ospedale dell’Aquila. Gli imputati erano stati assicurati alla giustizia grazie alle indagini della Squadra Anticrimine del Commissariato, all’epoca dei fatti guidata dal Sostituto Commissario, Daniele L’Erario, che portò avanti un’attività investigativa non facile, scontrandosi con la reticenza dei presenti e con le telecamere di videosorveglianza dei locali che ricostruirono solo la fase finale della furibonda lite.

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