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La Procura della Repubblica di Pescara ha chiesto il rinvio a giudizio per il 43 enne di origini siciliane, accusato di aver abusato della figlia della compagna. Il giudice per le udienze preliminari ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 21 febbraio. A far scattare le indagini era stato il padre naturale della bambina. I fatti sono avvenuti in un paese del Centro Abruzzo. L’uomo era stato incastrato grazie alle telecamere e alle cimici piazzate in casa dai Carabinieri, che erano intervenuti in tempo reale, arrestandolo in flagranza di reato lo scorso 25 settembre. Indagata, a piede libero, anche la madre della vittima, alla quale è stata sospesa la potestà genitoriale. La minore aveva parlato delle attenzioni morbose dell’uomo ad un’amichetta e quest’ultima aveva riferito tutto al padre naturale della 12enne, che aveva denunciato l’accaduto. Sono così scattate le indagini, da cui è emerso che le attenzioni dell’uomo, un pluripregiudicato, nei confronti della ragazzina erano andate avanti per circa un anno: dall’estate 2022 a quella del 2023. Così i carabinieri, dopo aver installato le telecamere in casa, avevano assistito alla violenza in diretta, intervenendo prontamente. Il 43enne aveva reagito ai militari, oltraggiandoli. Da quel giorno si trova dietro le sbarre dove continua a negare gli abusi. Ora dovrà presentarsi alla sbarra per l’udienza preliminare fissata dal giudice. Per lui la procura pescarese ha chiesto il processo

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