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SULMONA – Il paziente del San Raffaele è trattato allo stesso modo in cui è trattato un paziente Covid che si trova al proprio domicilio. A spiegare l’ultima disposizione arrivata dalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila è la coordinatrice del Tribunale per i diritti del Malato, Catia Puglielli, che fa chiarezza sui percorsi di gestione dei pazienti Covid. Con l’attivazione dell’unità speciale di continuità assistenziale, il paziente della clinica equivale a un paziente con sintomatologia acuta che viene esaminato a domicilio. Il pre-triage rappresenta quindi un filtro per la diagnosi e per capire se un paziente possa tornare a domicilio o, necessitando di una terapia intensiva, debba essere portato al centro Covid. È un percorso voluto dal sistema per razionalizzare il ricovero. Resta il problema della mancata erogazione del servizio di radiologia nella clinica San Raffaele, già evidenziato nella capigruppo di ieri dal consigliere comunale, Maurizio Balassone, che aveva chiarito il percorso naturale della presa in carico dei pazienti Covid. In un momento di emergenza è importante il ruolo dei professionisti nel volontariato che funge, è il caso di dirlo, da filtro per le istituzioni e anche per noi operatori dell’informazione in prima linea. (Nel video in corso di caricamento le dichiarazioni della coordinatrice del Tdm).

Andrea D’Aurelio

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