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SULMONA – “Una figura emblematica per la storia recente della città di Sulmona e del suo circondario”. Con queste parole dell’avvocato Lando Sciuba, proclamate da un altro avvovato Christian Rucci, si sono chiuse nel pomeriggio le esequie di Vincenzo Masci, avvocato di elevate qualità professionali e morali, giornalista di lungo corso, ex consigliere comunale, protagonista il 2 e 3 febbraio 1957 della rivolta popolare di “Jam-mo”. Un’intera città si è stretta intorno a famigliari e, nel silenzio e nel raccoglimento della celebrazione officiata dal parroco di Cristo Re don Waldemar, i sulmonesi hanno reso grazie a un uomo inimitabile che nella patria di Ovidio ha lasciato il segno su tutti i fronti. Aveva 91 anni e a dicembre ne avrebbe compiuti 92. Laureato in Giurisprudenza dal 1948 è entrato a far parte dell’ordine degli avvocati quattro anni dopo. E’ stato iscritto anche all’ordine dei giornalisti dal 1952 e ha fatto parte del consiglio direttivo dell’associazione della stampa romana quale rappresentante per l’Abruzzo, Molise, Marche e Sardegna. Ex consigliere comunale nelle fila del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale, riuscì a mettere in campo una proficua politica di collaborazione fra maggioranza e opposizione. Grazie alla sua lunga militanza a palazzo San Francesco ha ricevuto dal Comune, unico insieme a Carlo Autiero, una medaglia d’oro, in riconoscimento della sua attività a favore della città. Senza dimenticare che Masci era un amante della musica tant’è che assieme ad altre dodici persone fondò la Camerata Musicale Sulmonese. E’ toccato al parroco don Waldemar ricordare le qualità umane e cristiane di Masci. “Quando andavo a casa a portare i sacramenti”- ha detto nel corso dell’omelia- “ voleva sempre recitare il Padre Nostro perché in quella preghiera vedeva racchiuso il vangelo e la fede cristiana”. Toccanti, alla fine della celebrazione, gli interventi del Presidente della Camerata Musicale Antonio Tanturri e dell’avvocato Christian Rucci che ha letto il messaggio di Sciuba. “La Camerata Musicale che è la pietra più importante del patrimonio della vita culturale della nostra Sulmona, se si accinge ad aprire la sua 64 esima stagione di concerti lo deve alla dedizione, alla passione costante, alla testardaggine, alle lotte di Vincenzo Masci e Filippo Tella”, ha sottolineato con pagatezza Tanturri. Sciuba ha messo in evidenza invece che “nell’ora del distacco, matura la consapevolezza dell’alto valore dell’uomo, del cittadino e del professionista e ciò diventa fonte di vera preoccupazione se si considera che oggi tanti, anche giovani, mostrano negligente disinteresse verso i temi della vita sociale”. L’uscita del feretro dalla Chiesa è stata accompagnata dal silenzio e della preghiera. Un atteggiamento sobrio e di compostezza, mai interrotto nel corso della celebrazione, come a dire: “grazie avvocato, Sulmona ti deve tanto”.

Andrea D’Aurelio

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