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SULMONA – “Ce l’ho fatta. Sono viva”. L’emozione è ancora palpabile per Lietta, 62 enne di Sulmona, la prima donna operata da un robot a un tumore mentre è sveglia. Un intervento da consegnare agli annali che è stato eseguito nei giorni scorsi nel reparto di Urologia universitaria delle Molinette di Torino. Dopo aver sconfitto molti anni prima un brutto tumore grazie all’asportazione di un polmone, Lietta si trovava a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non poteva essere asportata. Che fare? La speranza è ridotta al lumicino fino a quando, tramite un articolo di giornale, la 62 enne ha contattato il reparto per un intervento che sin da subito si presentava complesso ma necessario perché con le tecniche tradizionali il rischio di non risvegliarsi era pari all’80%. L’intervento chirurgico è stato condotto dal professor Gontero (coadiuvato dai dottori Marco Oderda e Giorgio Calleris), mediante l’utilizzo di una tecnica retroperitoneoscopica con il robot Da Vinci XI e l’utilizzo di 4 bracci operativi. La donna, vigile, ha potuto seguire le varie fasi dell’intervento che si è svolto in 2 ore di tempo robotico. Nonostante le dimensioni (che superavano i 5 cm) e la crescita in profondità della massa, grazie alla combinazione della tecnica robotica assistita con il sistema Da Vinci e di tecnologie innovative di ricostruzioni tridimensionali delle immagini che hanno guidato l’intervento, il tumore maligno è stato asportato completamente salvando il rene. L’intervento è stato pianificato grazie all’attività di coordinamento effettuata dal dottor Roberto Balagna (direttore Anestesia Rianimazione ospedaliera) e dal professor Luca Brazzi (direttore Anestesia Rianimazione universitaria). “E’ un miracolo e sono grata a quanti mi hanno incoraggiato perché per la terza volta ho avuto una seconda possibilità dalla vita”- commenta la 62 enne che in passato aveva subito altri interventi delicati. Quando l’operazione a Torino è terminata Lietta ha videochiamato subito il marito e non ha trattenuto la sua gioia che ha bruciato una tensione durata tutto l’intervento. “Sono viva” ha urlato. La sulmonese è rientrata in città lo scorso febbraio dopo aver vissuto a Roma. A lei, che ne ha passate tante, le auguriamo una lunga vita, per il solo fatto di averla difesa con le unghie e con i denti, superando gli ostacoli più delicati. In tempo di pandemia non mancano le belle storie. Finalmente una buona notizia.

Andrea D’Aurelio

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