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SULMONA – Il fuori programma dell’assemblea del comitato del De Nino-Morandi nella sede del Centro Pastorale Diocesano è l’intervento del vescovo di Sulmona-Valva Angelo Spina che supplica le istituzioni e gli organi preposti per il rientro della popolazione scolastica in città. E’ stato proprio il pastore diocesano ad aprire l’incontro di studenti, docenti in servizio, ex professori e dirigenti del De Nino-Morandi con un accorata riflessione. “Siamo tutti cittadini e non si può rimanere in silenzio di fronte a una scuola che è stata chiusa per i problemi sismici che tutti conosciamo”- interviene mons. Spina- “dobbiamo capire come risolvere i problemi, sperando che presto arrivino delle risposte”. Per il presule “non bisogna protestare per protestare ma protestare per propostare”. Poi un pensiero è andato ai commercianti che soffrono la chiusura del De Nino-Morandi e alla famiglie costrette alla spola dai paesi del circondario fino a Pratola Peligna. “Perché non evitare questi disagi? Perché Sulmona si deve impoverire numericamente?”- si chiede mons. Spina. Nel corso dell’assemblea sono arrivate proposte come quella della consigliera comunale Roberta Salvati che lancia l’ex convento di Santa Caterina come sede alternativa per ospitare il De Nino-Morandi in città. Salvati lancia l’allarme anche sulle spese di trasporto da Sulmona a Pratola Peligna che, dal prossimo anno scolastico, potrebbero non essere più a carico della Provincia. Insiste con la richiesta di una capigruppo la consigliera comunale di Forza Italia Elisabetta Bianchi. “Su questo punto non siamo stati ascoltati”- ha riferito all’assemblea che si accende dopo l’intervento del Coordinatore Vicario del Polo Scientifico-Tecnologico Francesco Lucantoni che non ci sta a far passare la dirigenza del De Nino-Morandi indifferente al problema. “Non è vero che alla scuola non interessa il ritorno a Sulmona come non è vero che il calo delle iscrizioni dipende dal trasferimento del De Nino-Morandi, dal momento che il fenomeno si verifica in tutta Italia”. Tanto è bastato per scatenare la reazione del professor Franco D’Amico che ha coordinato l’incontro. “Il calo delle iscrizioni è dovuto anche alla cancellazione del corso tradizionale, l’Afm”- ha sostenuto il professore- ricordando che “solo il comitato è riuscito ad ottenere la disponibilità del dissequestro da parte della Procura della Repubblica dell’Aquila e ad avanzare l’ipotesi dello scorrimento della graduatoria, mai emerso nei precedenti tavoli tecnici in Prefettura”. Tesi sostenuta anche dal portavoce del comitato Pietro Di Paolo convinto che “la scuola avrebbe dovuto chiedere le carte nei tavoli istituzionali”. La discussione si protrae fino a tarda serata. Per il comitato il prossimo impegno sarà l’incontro con il Provveditorato alle Opere Pubbliche.

Andrea D’Aurelio

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