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SULMONA – Il Consiglio nazionale dell’istituto Nazionale di previdenza sociale ha deliberato, lo scorso 1 marzo, la trasformazione della sede sulmonese da agenzia complessa ad agenzia semplice. Una delibera che segna il declassamento, formale e sostanziale, dell’agenzia sulmonese che viene di fatto svilita del centro medico legale. A partire dal prossimo 1 maggio, in base alle determinazioni assunte dal Consiglio nazionale, l’utenza del bacino peligno-sangrino dovrà spostarsi presso altre sedi, L’Aquila o Avezzano, per l’evasione delle pratiche di invalidità civile ma anche per altri servizi. Un accentramento che lascia interdetti perfino gli addetti ai lavori e penalizza, ancora una volta, l’utenza più fragile già provata dalle evidenti carenze che si registrano sul fronte della sanità territoriale e ospedaliera che fa acqua da tutte le parti. Nelle ultime settimane le organizzazioni sindacali si sono interessate del problema per chiedere una “deroga” alla delibera, ovvero per mantenere in città il centro medico legale, nonostante la diversa classificazione. Una battaglia che dovrebbe essere innanzitutto politica. Non a caso il sindaco della città, Gianfranco Di Piero, ha chiesto un incontro ai vertici che si terrà molto probabilmente la prossima settimana, come comunicato dal diretto interessato nel corso del summit sulla sanità svoltosi ieri a Palazzo San Francesco. Una medicina legale sempre più a ranghi ridotti viste anche le carenze conclamate all’interno della Asl. Una spoliazione avvenuta nel più totale silenzio con la speranza che sia solo formale e che si riesca cioè a blindare il centro medico legale anche con un’agenzia semplice che avrà comunque sede in via Sardi. Un’operazione complicata.

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