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CASTEL DI SANGRO – Avrebbe intascato oltre 7 mila euro annullando gli scontrini dei clienti del punto vendita, per poi trattenere i soldi per sé. Ed ora, dopo avere perso il posto di lavoro, è arrivata per lei il tempo della condanna: tre mesi di reclusione con rito abbreviato. E’ la sentenza emessa ieri dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini, nei confronti di P.C.M., ex cassiera di un punto vendita di abbigliamento di Castel Di Sangro, condannata con l’accusa di appropriazione indebita. Nei confronti della società che gestisce il negozio di abbigliamento in cui lavorava, è stato riconosciuto il danno materiale di 7 mila euro oltre al risarcimento del danno pari ad 11 mila euro. Non proprio uno scherzo insomma. L’imputata è stata inoltre condannata a pagare le spese processuali. Gli ammanchi di cui è accusata la cassiera si sarebbero verificati da settembre 2017 al 22 agosto 2018, per un totale di nove sottrazioni con carattere abituale e per un importo complessivo di 7.139 euro. L’indagine scattò a seguito della denuncia del proprietario del punto vendita, assistito in giudizio dall’avvocato del foro di Sulmona, Gaetana Di Ianni. La prova regina dell’appropriazione indebita è la registrazione video delle telecamere del locale che è stata visionata in aula. Per la difesa non vi era evidenza che gli ammanchi fossero riconducibili alla cassiera dal momento che la stessa, nell’arco temporale contestato dalla Procura, si sarebbe più volte assentata dal posto di lavoro. Una tesi che non è servita per evitare la condanna, arrivata al termine del processo celebrato con rito abbreviato, anche se ci sono volute due discussioni per risentire, a scanso di equivoci, la persona offesa.

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