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SULMONA – Aveva denunciato la figlia per i presunti e continui maltrattamenti in famiglia fino a farla arrestare ma davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha “ritrattato” le accuse, spiegando che voleva punire la prole e che le condotte maltrattanti non erano altro che pesanti litigi. Protagonista della vicenda giudiziaria è un’anziana di Corfinio che è stata ascoltata l’altro giorno nell’ambito del secondo incidente probatorio relativo all’inchiesta, chiesto ed ottenuto dalla Procura della Repubblica di Sulmona. “Era un periodo particolare. Dovevo continuamente rispondere ai continui litigi per difendermi. Non ne potevo più e pur di recuperare serenità, volevo in quel momento i Carabinieri mettessero paura a mia figlia”- ha confessato la donna, rischiando un’imputazione quantomeno per calunnia se non fosse per l’età. Il castello delle accuse era infatti pesante e dettagliato. Secondo l’imputazione, con una condotta perdurante dall’estate del 2021, la donna avrebbe posto in essere con cadenza quotidiana ripetuti atti di violenza fisica e psicologica nei confronti degli anziani genitori, soprattutto nei confronti della madre. Nell’estate 2021 le avrebbe lanciato una bottiglia in pieno volto cagionandole lesioni non refertate. Il 4 settembre 2021 avrebbe impedito alla madre di uscire dalla propria camera da letto e di chiedere aiuto, bloccando la porta con il manico della scopa e impossessandosi del telefono cellulare. Il 4 dicembre avrebbe aggredito il padre con dei cuscini mentre la sera del 14 e la mattina del 15 dicembre sarebbe entrata nella camera da letto dei genitori mentre dormivano e avrebbe sputato sul volto della madre. L’indagata, una 56 enne della zona, era stata allontanata dalla casa familiare per poi finire in carcere e ai domiciliari, a seguito della violazione della misura per accudire, a suo dire, il padre malato. Tuttavia l’anziana davanti al giudice ha cambiato versione, rimodulando le accuse e facendo intendere di aver calcato la mano, spiegando che se avesse conosciuto le conseguenze penali mai avrebbe denunciato. A Procura e Gip il compito di trarre le dovute conclusioni.

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