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SULMONA – “Abbiamo ascoltato amministratori, esaltare immani attività del Direttore Generale della ASL non più di qualche mese fa per aver fatto assunzioni, aver rilanciato l’attività assistenziale e sanitaria, ridando centralità all’assistenza pubblica. Oggi scopriamo che quella retorica del fare era falsa, non aveva alcun fondamento”. L’affondo alla Asl arriva dalla Cgil all’indomani della visita di Testa e Marsilio a Sulmona e dell’entrata in vigore della zona rossa in Abruzzo. Nel piano del fabbisogno del personale 2019/2021, la Asl indicava per l’anno 2019 435 assunzioni. “Di queste, però – spiega il sindacato -, 390 afferivano a sostituzioni o stabilizzazioni, ciò ha significato nulla di più che mantenere inalterato il numero dei dipendenti considerando, tra l’altro, il cospicuo pensionamento di lavoratori e lavoratrici”. Non solo: delle 435 assunzioni previste, la Asl comunque ha proceduto solo per 316 unità, alcune derivate da trascinamenti del 2018. Così come per gli operatori sanitari: se ne dovevano assumere 85, di cui 50 nel 2019, “di queste circa 30 sono state assunte solo nell’anno corrente mentre nulla è stato fatto nel 2019”.“E’ del tutto evidente che l’attuale forza lavoro insistente all’interno della Asl non è assolutamente sufficiente, essendo sottodimensionata rispetto al reale fabbisogno, già in una condizione di normalità. In una situazione emergenziale quale quella in atto – denuncia il sindacato -, è indispensabile per la garanzia del diritto Costituzionale alla Salute, saturare immediatamente la dotazione organica della Asl 1, predisponendo, al contempo, un piano programmatico delle procedure assunzionali individuando dei percorsi che diano garanzie a tutte le lavoratrici e lavoratori precari, ivi comprese quelle delle cooperative e delle società di somministrazione, e nelle more di tali attività è necessario prorogare la durata dei contratti in essere quantomeno fino alla conclusione delle procedure concorsuali e non più mese per mese come accade ormai da troppo tempo”. (a.d’.a.)

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