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( ph articolo Hobby Foto Sulmona) SULMONA – Trasformare un piccolo incidente in un giorno di festa. Non è cosa semplice né collaudata. Eppure è stato questo il “miracolo” della Madonna che scappa in piazza. A mente lucida, dopo le moviole e i commenti a caldo, taluni del tutto fuori luogo, si può rileggere la corsa. Nella piazza dei dodicimila, come certificato dalla Questura, la Madonna è uscita dalla Chiesa ben oltre il mezzogiorno canonico, regalando un raggio di sole alla folla in trepida attesa. Si è fatta pregare, amare, aspettare. Anche il rituale dell’aperitivo irrinunciabile è stato sacrificato. Francesco, che a Dio non ci crede, è rimasto in quella piazza fino alle 12.40 mentre nonna Maria, intenta a preparare la lasagna, era sintonizzata sul novanta. L’ondeggiare lento della Madonna con il manto nero è stato segnato da un crescendo di emozioni fino alla linea “spartiacque” del fontanone. Parte la corsa al “via” della guida, Andrea Rapone. Un lauretano, Fabio Pietrini, costretto a cedere e un altro, Davide Cirstensiense, pronto a surclassare e fronteggiare l’imprevisto. Il manto nero cade perfettamente, il fazzoletto si fa rosa e i colombi volano in cielo. La piazza applaude commossa, senza accorgersi del fuori programma. Salvo poche eccezioni. È questo il punto di forza della sacra rappresentazione lauretana. Si studia e si prepara la corsa nel dettaglio per essere in grado anche di gestire e fronteggiare gli imprevisti. La “macchina” del sodalizio ha funzionato. La guida ha rimodulato il passo e il tono della corsa in funzione di quanto accaduto, la guida dal retro aveva già assicurato la sua “protezione” e gli altri componenti della quadriglia non hanno mollato. Quel “cado” gridato dal lauretano, per via probabilmente di un infortunio o un cedimento agli arti, ha aperto la strada della prossimità poiché, in una frazione di secondi, ci si è rialzati come gruppo senza tentennamenti. Altrimenti non si spiega come migliaia di persone hanno scoperto della caduta solo con i video e la diretta. La corsa, come da noi rilevato con la stessa prontezza di analisi, si è fatta messaggio. Non si è mai soli se si ama. Non si è mai deboli se ci si aiuta. Non si cade mai davvero se si è imparato a rialzarsi. Nessun cattivo presagio ma un bellissimo segnale di solidarietà e di attaccamento alla salvaguardia delle tradizioni. In quel momento la prossimità poteva manifestarsi solo portando al termine la corsa per evitare di rendere più pesante quella umana e accidentale caduta. Per dovere di cronaca il lauretano sta bene e ha ricevuto numerosi attestati di incoraggiamento da parte del sodalizio e della città che ha tirato fuori la parte più bella di se. Infine un dettaglio non di poco conto. Si dice che la Madonna se li sceglie ma, per riprendere il mantra della Confraternita, non sono i lauretani a portarla ma è la Madonna a portare i lauretani. Questa volta, come direbbe l’uomo di strada, c’ha misse la mane. Senza ombra di dubbio. Quella mano che ha tenuto la barra dritta e ha legato in un sottile filo rosso la corsa dalle palpitanti emozioni.

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