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L’Abruzzo resta in zona arancione, ma per le province di Pescara e Chieti, territori in cui – complice la variante inglese – il virus dilaga, si va verso la proroga della zona rossa. L’ordinanza del governatore Marco Marsilio scadrà domenica e in queste ore sono in corso le valutazioni degli esperti. Probabilmente la proroga delle maggiori restrizioni riguarderà le zone, tra le due province, considerate più a rischio sulla base dei dati. Sono 594 i nuovi casi accertati nelle ultime ore. Sono emersi dall’analisi di 5.828 tamponi: è risultato positivo il 10,19% dei campioni. Si registrano dieci decessi, che fanno salire il bilancio delle vittime a 1.689. La maggior parte dei casi, oltre il 73% del totale, riguarda ancora una volta le province di Pescara e Chieti. I dieci decessi, uno dei quali relativo ai giorni scorsi e comunicato solo oggi dalla Asl competente, riguardano persone di età compresa tra 56 e 96 anni. Le località con più nuovi casi sono Pescara (70), Lanciano (34), Montesilvano (29), Chieti (24), Città Sant’Angelo (22) e San Giovanni Teatino (20). A livello provinciale, gli incrementi più consistenti si registrano nel Pescarese (+234) e nel Chietino (+201). Poi ci sono il Teramano (+92) e l’Aquilano (+63). Gli attualmente positivi sono 12.731 (+97): 614 pazienti (+5) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva e 74 (-4, con 4 nuovi ricoveri) sono in terapia intensiva. Gli altri 12.043 (+95) sono in isolamento domiciliare. I guariti sono 39.125 (+487). Nelle ultime ore sono stati eseguiti anche 3.101 test antigenici. In provincia di Pescara l’1,4% della popolazione è affetto da Covid-19. Tra il 22 e il 25 febbraio sono stati accertati 664 nuovi casi, con un incidenza cumulativa di 212,86 ogni 100mila abitanti. Dei nuovi casi, il 19,3% – percentuale in crescita – riguarda persone con meno di 19 anni, cioè in età scolare. L’80% dei casi emersi il 18 febbraio è riconducibile alla variante inglese. La diffusione virale è “dilagante”, la situazione è in peggioramento e richiede “estrema attenzione”. E’ quanto scrive la Asl di Pescara nel verbale allegato all’ordinanza con cui il sindaco del capoluogo adriatico proroga lo stop alle attività didattiche in presenza fino al 7 marzo. Scuole chiuse per lo stesso periodo anche a Montesilvano, Città Sant’Angelo e Spoltore. Un anno fa, il 27 febbraio 2020, si registrò in Abruzzo il primo caso di coronavirus: si trattava di un uomo residente nella bassa Brianza, che era a Roseto degli Abruzzi (Teramo) con la famiglia, nella casa di villeggiatura. Oggi, dopo un anno, i casi complessivi sono 53.545. Il primo decesso, invece, si registrò a inizio marzo: un 58enne di Ortona (Chieti) morto improvvisamente a causa di un malore e risultato positivo al Covid-19 solo successivamente. Oggi le vittime sono 1.689. Nella prima ondata, in Abruzzo, i casi complessivi furono appena 3.780, il 7% del totale. Il 93% – cioè 49.765 contagi – riguarda il periodo dal primo settembre ad oggi. Il record assoluto di contagi registrati in un solo giorno c’è stato lo scorso 14 novembre, con 939 casi. Nella prima ondata il record fu di appena 160 casi, il 29 marzo, quando la situazione sembrava fuori controllo. L’Abruzzo, al momento, secondo gli esperti, si trova nella terza ondata di contagi: il record, in tal senso, c’è stato ieri, con 653 nuovi casi.

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