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SULMONA – No al rientro dei collaboratori di giustizia nel carcere di Sulmona. Lo urla a gran voce la Uil Pa Polizia Penitenziaria con il suo Segretario, Mauro Nardella, alla luce della risoluzione dell’emergenza Covid dietro le sbarre, con il focolaio che risulta pressocchè spento. Per Nardella però i collaboratori di giustizia, una ventina in tutto, dovrebbero rimanere al di fuori del penitenziario. “Una quindicina di anni fa il reparto collaboratori era addirittura gestito da ben trenta componenti del Gruppo operativo mobile – spiega Mauro Nardella -. Il tutto al netto della forza organica del quadro permanente che all’epoca era di gran lunga superiore in numero rispetto a quella attuale”. In sostanza- denuncia- il sndacato- “in quel periodo l’ordinario servizio era svolto da più di 290 poliziotti assegnate al carcere di Piazzale vittime del dovere ai quali si aggiungevano le 30 unità del GOM presenti in missione. A ciò andava associato il fatto che rispetto ai circa 400 detenuti oggi presenti nel penitenziario e tutti rientranti nel circuito AS( alta sicurezza) all’epoca erano meno di 100 coloro i quali rivestivano questa denominazione che, lo ricordiamo, ricomprendono tutte persone assoggettate al mondo della mafia. I restanti erano detenuti di media sicurezza ed internati. Non bisogna altresì sottovalutare il fatto che a breve verrà aperto il nuovo padiglione e con esso l’arrivo di altri 200 detenuti. Oggi , se tutto va bene, solo 246 sono le unità di polizia penitenziaria potenzialmente utilizzabili e 0 quelle del GOM. Tradotto in soldoni rispetto a prima la sicurezza oggi verrebbe assicurata da ben 86 persone in meno”. “Anche chi non è avvezzo a questo mondo e guardando questi numeri – conclude Nardella -, capirebbe che sarebbe non solo improduttivo ma anche pericoloso fare rientrare i collaboratori”. (a.d’.a.)

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