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SULMONA – Alberghi riempiti solo a metà, fatta qualche eccezione, nonostante il calendario favorevole. E’ un Ponte di Ognissanti che non strappa il sorriso agli operatori del settore, dai titolari di hotel ai proprietari dei B&B, che non hanno fatto registrare presenze da capogiro, a differenza dello scorso anno in piena emergenza Covid. Un trend non proprio incoraggiante che per certi versi lascia l’amaro in bocca come rileva il Presidente del Consorzio Albergatori, Gianluca Casaccia. “Le presenze si attestano intorno al 50 per cento. Ed è un dato un pò deludente, nettamente inferiore a quello dello scorso anno visto che, calendario alla mano, si tratta di un bel ponte”- spiega Casaccia, secondo il quale i numeri vanno letti e inquadrati in un fenomeno più ampio. “Potrebbe essere il principio di conferma dei timori che abbiamo. Nonostante come strutture ci vediamo recapitare fatture stratosferiche per le utenze, nonostante tutti gli sforzi per garantire un servizio qualitativamente dignitoso, i dati inevitabilmente vanno ad abbassarsi perchè il potere di spesa delle persone diminuisce”- continua l’albergatore, non senza rimarcare il “carico da novanta” posizionato dall’amministrazione comunale per le scelte adottate. Proprio oggi entra in vigore la tassa di soggiorno nella città dei disservizi, soprattutto nei giorni festivi per via dell’assenza di collegamenti tra stazione e centro storico, quando le presenze turistiche aumentano. Gli adempimenti connessi sull’uso del software sono stati procrastinati al primo gennaio ma servono investimenti per invertire la rotta. Più ottimista il Presidente dell’associazione albergatori, Domenico Santacroce, secondo il quale il turismo è diventato destagionalizzato anche se, dal Ponte di Ognissanti, ci si aspettava sicuramente qualcosa di più. “Non ci voleva questo calo”- aggiunge Santacroce- “è un ponte lungo che cade a pennello con il calendario. Ma è evidente che serve anche qualcosa da traino per richiamare le presenze. Forse si è pagata questa carenza”. Il treno storico, ad esempio, resta un veicolo di promozione unico e collaudato che riempie alberghi anche nei fine settimana che non sono “osservati speciali”. Insomma, al di là dei numeri, serve non solo una città turistica ma una città per i turisti. Quella che manca.

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