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L’AQUILA – Un piccolo dispositivo elettronico per fare immediatamente l’esame del sangue a domicilio del paziente, senza inviargli a casa un infermiere per il prelievo, dover poi passare le analisi in laboratorio, attenderne la risposta e aspettare una settimana prima di prescrivere la terapia. La Asl 1 Abruzzo ha avviato da una settimana nel capoluogo di regione, per estenderla a breve a tutte le altre aree della provincia, un’innovazione al servizio di pazienti seguiti dalla rete della terapia del dolore e cure palliative. Il malato che si trova a casa, affetto da malattie oncologiche e non e/o da dolore cronico, viene sottoposto, seduta stante, all’esame del sangue, in modo da conoscere in tempo reale i suoi valori ematochimici, fino a un massimo di 10 parametri. Con questo innovativo sistema sarà il medico del servizio di terapia del dolore e cure palliative della Asl, che compie le visite periodiche a domicilio, a utilizzare poche gocce di sangue per l’esame. Operazione eseguita tramite un kit, cioè una ‘scatoletta’ portatile: i valori del sangue vengono rilevati e subito dopo stampati per essere visionati dal medico in funzione della terapia da intraprendere al momento. Impartire subito le cure, anziché attendere fino a una settimana a causa di più passaggi, è molto importante per il tipo di malattie e di dolore trattati dalla rete di cure palliative della Asl. Fronteggiare immediatamente un’anemia, per fare un solo esempio, consente di evitare peggioramenti delle condizioni dei malati già affetti da patologie gravi. Il metodo del kit, per ora avviato all’Aquila ma che presto sarà esteso a tutta la provincia, viene praticato da una settimana dal prof. Franco Marinangeli, responsabile della Rete di terapia del dolore e cure palliative della Asl provinciale. “Alla luce della morfologia della provincia, con collegamenti e distanze spesso notevoli”- spiega il responsabile- “gli spostamenti comportano per l’azienda dispendio di risorse economiche. Al di là di questo aspetto, che pure non va trascurato, la cosa importante è che il servizio migliora la qualità dell’assistenza di malati ‘fragili’ e consente loro di essere curati nell’ambiente familiare”. (Red)

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