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SULMONA – Si sarebbe accasciato nel reparto della sartoria del carcere di massima sicurezza a causa di un fulminante malore. Sulla morte di un detenuto di 62 anni, Pietro Guccione, avvenuta lo scorso venerdì nel penitenziario peligno, la Procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un’inchiesta, ipotizzando il reato di omicidio colposo. Il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia della famiglia, rappresentata dall’avvocato del foro aquilano, Fabiana Gubitoso, che ritiene che il decesso poteva essere evitato vista la sintomatologia comparsa nei giorni precedenti: dolore alla spalla e al braccio, giramenti di testa e pressione alta. Tutti sintomi riferibili ad un evento cardiaco improvviso. Per ben tre volte l’uomo si era recato nell’infermieria del carcere ma nessuna consulenza specifica né esame ospedaliero è stato svolto, fatta eccezione della terapia specifica. La famiglia ritiene che la morte sia in qualche modo dovuta all’imperizia dei sanitari, ovvero all’omissione di soccorso. “Siamo stati notiziati del decesso da un parente del compagno di cella”- raccontano i familiari- “è un particolare che ha reso ancor più inquietante la vicenda”. Tutto da dimostrare con le indagini avviate dalla Procura che ha incaricato il medico legale, Ildo Polidoro, di svolgere l’esame autoptico sul corpo del detenuto di alta sicurezza che avrebbe terminato di scontare la pena nel 2026. Ancora da fissare la data dell’autopsia per via delle notifiche tuttora in corso. La salma è stata trasferita nell’obitorio del locale nosocomio a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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