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SULMONA – “L’arresto non appare legittimo, non essendo eseguito nella flagranza o nella quasi flagranza del reato”. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Giuseppe Ferruccio, che non ha convalidato l’arresto eseguito dalla Polizia Stradale di Castel Di Sangro nei confronti  del 45 enne S.C., il muratore di Pettorano sul Gizio, accusato di omicidio stradale per il tragico incidente sulla statale 17. Visti però i gravi indizi di colpevolezza a suo carico, il Gip ha applicato all’uomo la misura degli arresti domiciliari presso l’ospedale di Sulmona fino ad eventuale dimissione e, in seguito, presso la sua abitazione di Pettorano sul Gizio.  In quel tragico indicente di sabato scorso sono morte due persone, Francesco e Antonio Sciullo di Pescocostanzo. Nell’ordinanza il giudice osserva che “non è possibile cogliere la concatenazione degli accertamenti che potrebbero teoricamente persuadere che l’arresto sia stato  eseguito nella quasi flagranza della commissione del reato. L’unico elemento è costituito dalla esecuzione del prelievo ematico nei confronti dell’indagato e dalla successiva rilevazione di un tasso alcolemico pari a 2,8 g/l. Ma trattasi di adempimento eseguito già nelle ultime ore del 7 dicembre”. L’arresto risale infatti alla giornata dell’8 dicembre. Ma se manca la flagranza, come stabilito dal Gip, non cadono gli indizi di colpevolezza verso il 45 enne. Oltre a guidare la jeep in stato di ebrezza ( tasso alcolemico 2,4 stando agli accertamenti irripetibili disposti in un secondo momento), il muratore di Pettorano- stando ai rilievi e al quadro accusatorio- procedeva a velocità superiore a quella consentita (80 km/h), avrebbe invaso la corsia opposta rispetto a quella di marcia e avrebbe utilizzato pneumatici usurati. Il 45 enne, nell’interrogatorio di garanzia,  difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta, ha riferito di aver cambiato la corsia di marcia per evitare l’improvviso attraversamento sulla strada di un cinghiale come pure di aver udito un rumore dalla parte posteriore del mezzo. Ha ammesso però di aver consumato alcolici quella sera, almeno tre birre e un bicchiere di vino, dalle 18 alle 20. Per il pericolo di reiterazione del reato il giudice ha quindi applicato la misura degli arresti domiciliari da scontare, per il momento, nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Sulmona dov’è è ricoverato per il trauma addominale e le fratture multiple riportate dopo l’incidente.

Andrea D’Aurelio

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