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SULMONA – Il calendario delle riaperture è stato approntato. Dai ristoranti agli spostamenti, passando per piscine e cinema, fino ad arrivare al tanto discusso coprifuoco con gli orari che non convincono. Ma delle cerimonie nemmeno l’ombra. Manca una direttiva, una linea guida, uno stralcio di disposizione per disciplinare i banchetti in questa “nuova” ripartenza. Ed ecco che anche gli operatori del settore restano all’angolo, nell’elenco dei dimenticati, ormai da un anno a questa parte. A ridare voce al comparto è Valentina Latini, weeding planner peligna con Euforie. Nonostante il momento, che non è sicuramente dei migliori, la sua mission fa ancora sperare sul fatto che la voglia di fare possa superare tutti gli ostacoli che si incontreranno. “Nel dubbio io ci metto il cuore”- ha esordito la weeding planner parlando di un perdita economica che per il settore si aggira intorno al 65 per cento, con le spese da sostenere che non sono state di certo sospese, a parte qualche misero aiuto che è arrivato dallo Stato. “Altro che ristori qui dovremmo parlare di risarcimenti”- riprende spiegando come l’intero settore si è dovuto reinventare per rendere unico anche l’evento che si celebra in tempo di pandemia. Perché, vuoi o non vuoi, è da consegnare agli annali. L’urgenza però è dettata proprio dalla necessità di avere a disposizione un protocollo specifico per la categoria. Nessuno si è espresso al riguardo, nemmeno sul numero massimo degli invitati a banchetti e cerimonie, tra matrimoni, comunioni e grandi eventi. Un settore che resta con il fiato sospeso, che coinvolge diverse figure professionali: fotografi, stilisti, negozi di abiti, bomboniere, ristoratori, truccatori, animazioni e tanti altri fino ad arrivare ai wedding planner. La speranza è che si possa ripartire in fretta anche se, come confessa la stessa Valentina Latini, gli eventi di una volta con le grandi ammucchiate torneranno. Ma non subito.

Andrea D’Aurelio

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