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L’AQUILA. Il tribunale per il riesame dell’Aquila ha annullato l’ultimo ricorso in fase cautelare per la vicenda della maxi eredità contesa. I giudici aquilani hanno infatti annullato anche il secondo decreto di sequestro emesso a carico di due dei cinque indagati di una 90enne di Pratola Peligna, finiti sotto inchiesta con l’accusa di circonvenzione d’incapace. Il Riesame ha dissequestrato la cospicua somma di 450 mila euro e tutto l’asse ereditario dell’anziana contesa. I due, un 57enne di Pratola e la madre, sono stati difesi dall’avvocato Mario Giansaverio Tedeschi, il quale si dice soddisfatto per il ripristino della realtà dei fatti. L’accusa, è legata alla “distrazione” di 450 mila euro dal conto della donna, ancora da riscontrare nell’incidente probatorio nel corso del quale il gip, nelle scorse settimane, aveva nominato un nuovo perito per esaminare l’intera documentazione. Sono quattro i fascicoli aperti dalla procura per il filone penale dell’inchiesta. La vera battaglia riguarderà l’eredità. L’inchiesta era scattata dalla denuncia vicina di casa dell’anziana, una giovane residente nella cittadina peligna. Intanto il 57 enne ha presentato una nuova querela nei confronti della madre della vicina, ritenendo di essere stato diffamato con la querela che la donna aveva presentato nella caserma dei carabinieri. “Non ho sfondato la porta di casa di cui sono proprietario né ho portato via gli arredi”- ha scritto l’uomo nella denuncia per diffamazione, al vaglio al pari delle altre dell’autorità giudiziaria

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