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“In questa situazione è da elogiare la collaborazione della Asl stessa, in particolare del direttore generale, Ferdinando Romano, che in prima persona è intervenuto e si è fatto parte attiva in questa opera di controllo e risanamento della gestione delle gare d’appalto”. Così il comandante provinciale dell’Aquila dei Carabinieri, Nicola Mirante, parlando della sospensione dal servizio di tre dipendenti della Asl provinciale coinvolti in un’inchiesta su un appalto per apparecchiature mediche destinate a un presidio chirurgico dell’azienda sanitaria aquilana. Tra questi c’è anche la funzionaria assessore di Castel Di Sagro. “La vicenda è preoccupante perché va ad aprire scenari anche particolarmente delicati che riguardano la gestione dei fondi pubblici. Sappiamo l’importanza e il valore, a livello macro economico nella gestione delle gare in ambito sanitario e di quanto sono importanti i criteri di trasparenza e legalità – ha spiegato ancora il comandante Mirante poi entrato nel merito delle indagini – L’attività investigativa ha portato a evidenziare una serie di condotte che hanno in una circostanza, ad esempio, portato a identificare una sola e unica azienda che poteva partecipare alla gara d’appalto, quindi andando a minare i criteri della trasparenza e dell’evidenza pubblica”. Questo può succedere, ha spiegato, “nella relazione dei bandi di gara dove vengono inserite le caratteristiche del bene acquistato che automaticamente esclude il bene fornito da altre tipologie d’azienda – ha continuato il colonnello – Quando parliamo di beni tecnologicamente complessi e particolarmente avanzati come quelli utilizzati in sanità ovviamente la cosa è molto più complessa in descrizione, ma sinteticamente possiamo dire che venivano definiti alcuni criteri per partecipare alla gara che impedivano alle altre aziende di intervenire. Nonostante questo, c’è stata anche un’altra azienda, come definito nell’ordinanza del Gip, che è intervenuta per cercare di modificare il bando, però poi sostanzialmente sono rimasti i criteri che hanno avvantaggiato. Ovviamente, l’intervento ha consentito di bloccare il procedimento” ha concluso Mirante.

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