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SULMONA – E’ stata fissata per il prossimo 14 luglio l’udienza preliminare per l’omicidio stradale di Alessio Esposito, il 26 enne di Pratola Peligna che ha perso la vita il 19 aprile dello scorso anno a Raiano, sulla strada provinciale 11. Sul banco degli imputati un 84enne di Pratola Peligna, conducente della Golf, per il quale la procura della repubblica di Sulmona ha chiesto il rinvio a giudizio, dopo aver confermato le accuse a suo carico con la chiusura delle indagini preliminari. Sulla tragica vicenda il magistrato aveva ordinato una doppia perizia. Quella cinematica, svolta dall’ingegnere, Marco Colagrossi, aveva accertato che, fermo restando il superamento dei limiti di velocità della moto, l’automobilista indagato aveva svolto “una manovra d’immissione non perfettamente effettuata ed in particolare non conforme a quanto disposto dal codice della strada, per aver creato il pericolo che poi ha portato al sinistro e per aver effettuato la manovra dal centro dell’intersezione anticipandola leggermente, come dimostra la posizione statica finale del veicolo”. Inoltre era stato ricostruito che la manovra d’immissione dell’autovettura effettuata in continuo “è iniziata meno di un secondo dall’urto e quindi non ha lasciato alcuna possibilità ad Esposito di evitare l’impatto”. Il nesso di casualità tra l’incidente e il decesso è emerso dall’autopsia svolta dall’anatomopatologo, Ildo Polidoro, secondo il quale “il sinistro deve essere considerato causa unica ed esclusiva della morte della persona offesa”. Negativi gli esami tossicologici. Dal canto suo l’anziano si era difeso, spiegando di non aver avuto la possibilità di calcolare gli spazi per essersi visto piombare la moto sull’arteria stradale. Per questo gli investigatori avevano svolto anche verifiche ed accertamenti sulle modalità di rinnovo della patente di guida all’automobilista 84 enne, viste alcune problematiche legate all’età. Il prossimo 14 luglio il giudice, Francesca Pinacchio, deciderà se mandare o meno a processo l’anziano, come richiesto dalla procura. Resta intanto il dolore per il calciatore parrucchiere di 26 anni, la cui morte, a distanza di un anno, continua a bruciare dentro.

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