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SULMONA – Morì dopo un mese di ricoveri e dimissioni. Ora la famiglia chiede i danni all’azienda sanitaria. La storia, già balzata alle cronache, è quella di una 79 enne di Corfinio, deceduta il 31 gennaio 2020 nell’ospedale dell’Annunziata. Nessuna imperizia e negligenza da parte dei sanitari operanti, sette in tutto, scagionati più di un anno fa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona. Per il Gip non ci fu omicidio colposo. Ma i familiari non si sono fermati e, per il tramite dell’avvocato Alberto Paolini, hanno intentato la causa civile volta alla richiesta di risarcimento danni. L’anziana si era sottoposta a un delicato intervento chirurgico, l’asportazione del pancreas, riuscito pure alla perfezione fino alle complicanze che cominciarono a dicembre 2019, dopo le dimissioni dal nosocomio e il rientro a casa. Era la sera di capodanno quando la 79 enne rigurgitava liquido biliare di colore verde con tanto di febbre annessa. Dopo il ritorno in ospedale per gli accertamenti, il giorno 3 gennaio,  venne ricoverata nel reparto di chirurgia per tutti gli esami del caso, al termine di una lunga attesa in pronto soccorso. Il 13 gennaio l’anziana fu dimessa, nonostante la contrarietà del figlio che aveva chiesto esami più approfonditi in ospedale. Le condizioni di salute peggiorarono tant’è che la 79 enne, dopo la visita della guardia medica di Pratola Peligna il 18 gennaio, venne ricoverata prima nel reparto di ortopedia e poi a medicina dove fu riscontrata una piaga da decubito sacrale, con conseguente infezione. Il quadro clinico peggiorò fino al trasferimento in rianimazione. Il 30 gennaio la 79 enne entrò in coma dopo un’emorragia cerebrale provocata, molto probabilmente, da una setticemia. Il 4 febbraio il suo cuore cessò di battere. Sul piano penale nessuna responsabilità è emersa in capo ai medici che hanno agito senza indugio nè imperizia come rilevato dal Gip in sede di indagini preliminari, tenendo conto che l’ispezione effettuata a casa della vittima non può escludere che l’infezione possa essere stata provocata dalle condizioni igieniche. Chiuso il filone penale si apre un altro scenario. Per i familiari quella morte dopo un mese di calvario, tra entrate e uscite dall’ospedale, deve pur avere qualche responsabile. Da qui la causa civile per il risarcimento danni. La prima udienza è stata celebrata la scorsa settimana.

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