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SULMONA – Una battaglia estenuante sul fronte politico e un caso sui generis sul piano legale. Approda davanti alla sezione specializzata del Tribunale per le imprese dell’Aquila lo scontro ai vertici della società partecipata del Cogesa. Il cda sfiduciato dall’assemblea dei soci ha impugnato la delibera di revoca, per il tramite degli avvocati Alessandro Margiotta e Valentina Di Benedetto, chiamando in causa i giudici del capoluogo per pronunciarsi nel merito. Si apre quindi un intricato circuito giuridico che segna indubbiamente un precedente storico per la pubblica partecipata. Ma andiamo con ordine. Nelle scorse settimane, all’indomani della deliberazione del 30 dicembre scorso con la quale l’assemblea dei soci aveva revocato il cda e nominato l’amministratore unico, la camera di commercio aveva fatto presente che ai fini della variazione dati nel registro delle imprese, si rende necessario il decreto di convalida del verbale di revoca per giusta causa. Il Tribunale dovrà quindi esprimersi sulla legittimità della procedura adottata. Un obbligo di legge e un passaggio giuridicamente necessario per convalidare la decadenza del Cda che avverrà al termine dell’audizione delle parti davanti alla sezione specializzata. Per questo Gerardini aveva conferito l’incarico all’avvocato, Sergio Della Rocca. Ad affiancare il Cogesa è stato il comune di Pratola Peligna che lo scorso 9 febbraio, con delibera di Giunta, si era costituito in giudizio. L’udienza è fissata per il prossimo 23 marzo. Nelle more il vecchio cda, dando mandato agli avvocati Margiotta e Di Benedetto, ha proceduto ad impugnare la delibera di revoca per giusta causa. Il Tribunale per le imprese ha quindi preso in carico l’istanza e fissato ulteriore udienza per il prossimo 27 marzo. Con il ricorso il cda sfiduciato, l’altro giorno “riabilitato” politicamente, ha chiesto l’annullamento della delibera di revoca e il risarcimento dei danni, ritenendo insussistente il presupposto della giusta causa. L’effetto dello scontro politico senza via d’uscita si ripercuote, a questo punto, anche sul piano legale con scenari imprevedibili. Viene da chiedersi se i provvedimenti emanati dall’amministratore unico, Franco Gerardini, conservino o meno la validità. C’è chi ritiene che non siano viziati poichè, nelle more del pronunciamento del Tribunale, l’amministratore unico designato assume la rappresentanza legale della società. Tuttavia il dubbio viene istillato da qualche ricorrente e dissidente dal momento che, senza convalida della revoca e senza variazione dei dati alla camera di commercio, la partecipata dovrebbe essere rappresentata dal Presidente del collegio sindacale. Un cul-de-sac giuridico e soprattutto politico. L’altro giorno il controllo analogo ha dato indirizzo all’assemblea di revocare gli atti adottati lo scorso 30 dicembre. Per uscire da questo vortice buio e tempestoso si rende necessario, a questo punto, un passo indietro da parte di tutti, sindaci in primis.

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