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SULMONA – L’emozione è palpabile, come ogni anno, nella chiesa della Santissima Trinità e di Santa Lucia dove, dopo tre anni di stop causa Covid, tornano i sorteggi del lunedì santo. È il primo giorno della nuova settimana che culminerà con la corsa della Madonna Lauretana in piazza Garibaldi. Il ritmo cardiaco cresce di ora in ora fino all’appuntamento con la tradizione. Quell’urna in primo piano, osservata speciale, sperata e temuta al tempo stesso. La quadriglia che scappa dovrà attendere la seconda estrazione prima dell’esplosione di gioia. In quattro, gambe e cuore, avranno l’onere e l’onore di avere tra le mani la Madonna, portarla in spalla, fino all’incontro con il Cristo Risorto. Non una corsa fine a se stessa ma verso il fine che è la Pasqua. “Non saremo noi a portare la Madonna ma è lei che porterà noi”- ricordano dalla Confraternita di Santa Maria di Loreto. Un mantra che scandisce l’attesa palpitante dei lauretani. Qualcuno guarderà la botola. Altri alzeranno gli occhi al cielo per cercare il sostegno dall’alto. Momenti unici che segnano un crescendo di emozioni, impregnate nel DNA della tradizione sulmonese. Clima mesto e raccolto si respira nell’arcisodalizio trinitario che organizza la Processione del Venerdì Santo. La famiglia trinitaria si raduna nella chiesa, sotto il segno di quella nuova croce che campeggia lungo il corso. Qui le emozioni si incrociano, è il caso di dire, come il sistema del sorteggio. Chi viene estratto per la statua del Cristo Morto uscirà in processione con il simulacro della Vergine Addolorata e viceversa. Gli abbracci liberatori dei confratelli segnano l’entrata nel vivo del clima pasquale. Non resta a questo punto che cominciare la danza della pioggia per sperare che anche il tempo, sempre incerto, faccia la sua parte. Qualche nuvola o un ombrello non toglieranno né il fascino né l’entusiasmo. Il sole splende nei cuori. Perché la Pasqua sulmonese è unica nel suo genere. Impossibile mancare. Meno sei.

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