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SULMONA – “L’indisponibilità a riprendere il campionato interrotto trae origine dal peggioramento del quadro generale pandemico con pesanti conseguenze giornaliere in termini sanitari, economici, sociali e con l’esigenza di tutelare la salute di atleti, tecnici e tutte le altre figure presenti nelle varie realtà dilettantistiche. In qualità di dirigenti e/o collaboratori, si ribadisce che non si accetterà alcuna eventuale disparità di trattamento nello stabilire costi di iscrizione o di altro tipo né per la stagione in corso né per il prossimo campionato 2021/22”.  Lo scrivono a caratteri cubitali i Nerostellati, guidati da Silvio Formichetti, che dicono no all’ipotesi di ripartenza del campionato di Eccellenza di calcio, così come prospettato dalla Lega dilettanti. Ma non è tutto. In merito alle sanzioni previste, che si aggirerebbero tra i 3 mila e i 5 mila euro, il club si dice pronto a chiamare in causa la magistratura. Non è escluso quindi che il “secondo tempo” del campionato potrebbe giocarsi il Tribunale.  “La salute viene prima di tutto e occorre proteggerla ancor di più nell’attuale quadro pandemico, si avvisa sin da ora che ogni eventuale disparità di trattamento delle società di Eccellenza con addebito di pagamenti e/o costi di iscrizione (determinata sulla base della disponibilità o indisponibilità a riprendere l’attuale stagione calcistica in tempo di pandemia) – continua il presidente dei Nerostellati – sarebbe trasferita in sede legale dinnanzi alla magistratura ordinaria con il coinvolgimento delle autorità sanitarie e di tutte le associazioni attive nella tutela della salute, dei diritti civili, degli invalidi, dei portatori di patologie croniche e dei pazienti Covid-19”. Il ritorno in campo, stando alle prescrizioni della Lega, prevederebbe esborsi notevoli tra tamponi, medici da reclutare e sanificazione a fronti di ristori economici tutt’altro che definiti.

Andrea D’Aurelio

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