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SULMONA – Il fatto non costituisce reato. Si è chiuso con due assoluzioni il processo per la diffamazione all’ex amministratore unico del Cogesa, Vincenzo Margiotta. Sul banco degli imputati, oltre ad una donna moglie di un dipendente Cogesa, era finito anche Claudio Antonucci, detto il “Musichiere”, che da tanti anni opera in Irlanda del Nord con il suo ristorante “La sosta”, meta di attori e personaggi illustri del mondo dello spettacolo e ambasciatori provenienti da tutto il mondo. A sorpresa, in aula davanti al giudice, c’era anche lui, tornato appositamente a Sulmona per la sentenza. La vicenda risale al primo e al 2 novembre 2020 quando i due imputati avevano commentato un articolo apparso sulla testata giornalistica “Il Germe”. Antonucci, in riferimento alla notizia sull’elezione del cda e sul clima che si respirava nella partecipata, aveva parlato tra le altre cose di vantaggi economici, interessi personali e corruzione. Il noto imprenditore, difeso dall’avvocato, Vincenzo Colaiacovo, si è sempre difeso sostenendo di aver esercitato il diritto di critica nell’alveo del consentito, senza alcun riferimento all’ex amministratore unico del Cogesa. La donna invece, moglie di un dipendente della partecipata peligna, assistita dall’avvocato Giuseppe D’Angelo, connettendosi con la sua utenza e sotto il nickname “Giorgia”, aveva riservato alla vicenda una serie di considerazioni sull’arroganza, sulla sudditanza e sulla “stupidità”. Commenti che, secondo l’accusa, avrebbero leso la reputazione di Margiotta. Non sono dello stesso avviso gli avvocati difensori secondo i quali la critica espressa, seppur intensa, fa riferimento alle contestazioni mosse nel corso degli anni dall’autorità giudiziaria penale e contabile. Davanti al giudice è passata la linea difensiva. Entrambi assolti.

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