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SULMONA – Arrivano i ticket per le prestazioni sanitarie non erogate senza la disdetta di prenotazione. La Asl batte cassa agli utenti, tramite l’Agenzia delle Entrate, con la terza tranche di avvisi di pagamento che sono stati spediti in questi giorni. Si tratta di prestazioni che dovevano essere effettuate una decina di anni fa ma, per una serie di cause, non sono state svolte. Ora la Asl chiede il conto all’utenza che non ha provveduto a comunicare la disdetta. Una raffica di avvisi che sta generando confusione e disorientamento, soprattutto tra le persone fragili, che hanno girato tutti gli uffici incaricati e hanno contattato senza successo i centralini aziendali. A mettere in guardia l’azienda sanitaria è il Tribunale per i diritti del Malato che, tramite la coordinatrice Catia Puglielli, è pronto a mettersi al fianco dei pazienti per presentare istanza di accesso agli atti prima di ottemperare al pagamento. Nella maggior parte dei casi infatti la mancata disdetta delle prenotazioni non è addebitabile all’utenza. Un esame saltato per il macchinario rotto o per l’assenza del medico, ad esempio, configura una prenotazione inevasa ma non disdetta, certamente senza alcuna responsabilità da parte del cittadino. Nelle prossime ore il Tdm scriverà alla Asl per individuare un canale comune di accompagnamento agli utenti che già stanno facendo i conti con le prime criticità. L’altro giorno un 70 enne è stato chiamato a pagare la prestazione che non ha mai prenotato. Qualcosa non va.

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