banner
banner
banner
banner

ANVERSA DEGLI ABRUZZI – La storia inquietante è di quelle che fa accapponare la pelle per la sua crudeltà. Il giallo risolto di Anversa degli Abruzzi non ferma l’attività d’indagine portata avanti da Procura e Carabinieri che sono arrivati a dare un volto e un nome a quel cadavere trovato il 30 luglio di un anno fa in una grotta di Castrovalva, frazione di Anversa degli Abruzzi. In particolare, dopo l’identificazione del corpo senza vita e l’iscrizione nell’apposito fascicolo dei primi quattro indagati, si cerca di capire se possano esserci complici o gradi di responsabilità con eventuali concorrenti all’azione delittuosa. Non un fascicolo chiuso insomma. Certo è che la svolta alle indagini ha permesso di scoprire retroscena imprevedibile. Il cadavere di Castrovalva è di Bruno Delnegro, 81 enne di Trani, ex dipendente della Asl pugliese. A portarlo in Abruzzo, fino al piccolo borgo, sarebbero stati i tre figli e la nuora, tutti dai 54 ai 57 anni, indagati dalla Procura della Repubblica di Sulmona per soppressione di cadavere, truffa ai danni dell’Inps e indebito utilizzo di carta bancomat. Secondo quanto ricostruito dal Nucleo Operativo dei Carabinieri dell’Aquila, diretti dal tenente Tony Bocchino, l’anziano all’epoca dei fatti era allettato e incapace di provvedere a se stesso. Trovato morto nel proprio letto da uno dei figli, sarebbe stato occultato in un sacco a pelo acquistato immediatamente prima, per poi essere abbandonato lungo una stradina di Castrovalva, dopo aver percorso con l’autovettura in uso circa 350 km da Trani. Tutto questo, sempre secondo l’accusa, al fine di continuare a percepire la pensione dell’anziano padre per circa 3000 euro al mese, riuscendo ad incassare complessivamente la somma di circa 60000 euro con pari danno per l’Inps. L’inchiesta è andata avanti per circa un anno dal momento che non erano emerse denunce di scomparsa sul territorio nazionale né l’anziano risultava schedato nel database delle forze dell’ordine, non trattandosi di un pregiudicato. L’81 enne è stato quindi identificato grazie ad una protesi femorale che gli era stata impiantata nell’ospedale di Trani, poco prima del decesso. Tramite il numero di immatricolazione della protesi e i pezzi della stessa, i militari sarebbero risaliti al soggetto degente nell’ospedale e quindi al cadavere. L’attività investigativa ha permesso inoltre di ricostruire passo dopo passo gli eventi che si sono succeduti in quei giorni, con l’abbandono del corpo dell’anziano, nella notte tra il 26 e il 27 luglio 2022. L’inchiesta potrebbe allargarsi nei prossimi giorni dal momento che Procura e Carabinieri stanno cercando di capire se qualcuno possa aver aiutato i quattro indagati ad effettuare il lungo viaggio con il cadavere in auto, chiuso nel sacco a pelo. Nei prossimi giorni non si esclude l’estumulazione della salma per la sepoltura nel paese di origine.

Lascia un commento