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SULMONA – Consegnate le chiavi della stanza dove sarà allocata la risonanza magnetica. Il passaggio ufficiale che suggella la lunga trafila burocratica è avvenuto questa mattina al nosocomio, alla presenza della ditta Intel Telecomunicazioni e del Direttore sanitario facente funzioni, Maurizio Masciulli. Come annunciato ieri dalla Regione, sono finalmente partiti i lavori per allocare il macchinario nel presidio ospedaliero nuovo di zecca così da porre fine ai viaggi della speranza e agli esami fuori sede. Certo è che non è un giorno di festa dal momento che l’attivazione del cantiere arriva con cinque anni di ritardo sulla tabella di marcia. L’aggiudicazione dei lavori da 290.242. 95 euro (al netto degli oneri di sicurezza) in favore della Telecomunicazione Srl, che aveva risposto alla procedura bandita dalla Asl assieme ad altre sei ditte, risale allo scorso 3 novembre. Trascorsi più di due mesi l’azienda sanitaria, come si evince dalla deliberazioni adottate dal Direttore Generale, ha liquidato le somme spettanti alle figure professionali. Una storia, quella della risonanza magnetica, lunga e surreale. La Asl, a settembre 2019, accorgendosi dalla stanza inadeguata, avviò l’iter per l’affidamento dei lavori. Dopo stalli e silenzi, nel 2021 si arrivò alla diffida per l’impresa incaricata che portò alla rescissione del contratto per le difformità rilevate. Da qui la più recente manifestazione d’interesse per il nuovo incarico che ha portato lo scorso 3 novembre all’aggiudicazione dei lavori. Per l’impossibilità di svolgere l’esame in loco diversi utenti, nell’ultimo periodo, si sono rivolti ai privati o hanno macinato chilometri. C’è chi è stato trasportato in ambulanza da un nosocomio all’altro, in prognosi riservata, per sottoporsi alla prestazione in via d’urgenza. Per non parlare dei pazienti più in “carne”, che avevano prenotato l’esame a Castel Di Sangro, ma sono stati costretti a cambiare strada perchè il macchinario non era in grado di sopportare un certo peso. Vicende inaccettabili e spiacevoli. Recentemente il Tribunale dei Diritti del Malato aveva chiesto alla segreteria regionale di avviare mirate verifiche per scoprire dove è allocata attualmente la risonanza, se in magazzino o altrove e se l’azienda sanitaria ha chiesto il risarcimento danni alle ditte che hanno prodotto difformità sugli appalti con il conseguente aggravi di costi e tempi. Permane l’incognita sulle tempistiche e sulla messa in funzione del macchinario dal momento che, spiegano gli operatori, servirà un’adeguata formazione per utilizzare il macchinario. La speranza è di accorciare i tempi per la tutela della pubblica salute e dell’accesso alle cure

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