SULMONA – Aveva somministrato la cura domiciliare per la guarigione dal covid, facendosi pagare circa 1750 euro, senza emettere alcuna fattura. Nuovi guai giudiziari per il medico sulmonese P.L. ,59anni di Sulmona, rinviato a giudizio oggi dal giudice per le udienze preliminari, Alessandra De Marco, per concussione e minaccia. A fare scattare l’inchiesta era stata la denuncia del proprietario di un autosalone che si era rivolto alla guardia di finanza di Sulmona. L’uomo, nell’agosto 2021, aveva contratto l’infezione da Coronavirus e si era messo in contatto con il medico, all’epoca in servizio nel pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona, per conoscere lo stato di salute della sua consorte, ricoverata sempre per Covid. Nel corso della telefonata il sanitario gli avrebbe proposto di cambiare terapia domiciliare per ottenere una guarigione più rapida. Al terzo tampone positivo l’imprenditore, dopo la persistenza del contagio, decise di contattare il medico per farsi somministrare la cura in parte per via endovenosa e in parte per via orale. Il tutto al costo di 250 euro. Una “tariffa” giornaliera che l’uomo, pur di tornare a stretto giro nella sua attività commerciale, decise di accollarsi per altre sei sedute. Tra titoli e contanti il commerciante aveva versato la somma di 1750 euro. “Dopo la consegna degli assegni, ho chiesto al dottore l’emissione di una fattura per le prestazioni rese, e questi, con grande mio stupore rispose che se volevo la fattura dovevo pagare il doppio”- aveva spiegato l’uomo ai finanzieri. Dopo aver appreso della denuncia il medico, stando all’accusa, si era recato perfino nel luogo di lavoro del paziente, minacciandolo che gli avrebbe danneggiato le auto presenti, paventando possibili attentati dolosi. Il tutto alla presenza del proprietario. Per questo il gup lo ha rinviato a giudizio mentre i suoi avvocati difensori, Alessandro Margiotta e Alessandro Scelli, sono pronti a smontare l’accusa durante il processo, sostenendo che non ci sarebbe concussione ma solo una prestazione extra ospedaliera a domicilio. Prima udienza 27 novembre