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SULMONA – A Natale con i tuoi. Pasqua pure. Almeno a Sulmona dove i riti pasquali hanno un carattere identitario e viscerale per la comunità. Impossibile non farsi travolgere dal clima che si respira nelle piazze e nei quartieri. È la settimana più sentita dell’anno. La settimana santa. Il valore economico è stato stimato dall’ex docente universitario, Tommaso Paolini, che ha calcolato 11 milioni di euro di indotto sul territorio, tra effetti diretti e indiretti. Il pubblico è quello delle grandi occasioni, assiepato dietro le transenne di corso Ovidio e piazza Garibaldi. Sguardo fisso sulla bara del Cristo e sulla Madonna che perde il manto nero per il verde della speranza. Eventi unici nel loro genere. Da tutto il mondo arrivano in città. Il sold out negli alberghi è confermato. “Non solo abbiamo i grandi gruppi turistici ma si assiste al ritorno dei fuorisede che sentono il richiamo delle tradizioni”- ricorda Mariadora Santacroce. Lo sa bene la signora Maria che ospiterà per la settimana, nella sua abitazione, un giovane piemontese, pronto a godersi lo spettacolo sulmonese assieme al figlio, studente universitario che non ci ha pensato due volte a fare le valigie per una settimana. La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio ma quello del ritorno a casa. Almeno a Pasqua. Non una fuga di cervelli ma un percorso a ritroso, per rivivere le secolari tradizioni. Se l’economia avrà i suoi effetti, il valore dei riti in realtà non si può misurare. È inestimabile nei sentimenti, nella fede, nella cultura di un popolo. Rosso o verde non importa, i colori sono quelli di una comunità che prova a riscoprirsi tale senza la gara a soggiogare o distruggere. D’altronde, come si suol dire, una volta è Pasqua. (Foto Marinello Mastrogiuseppe)

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