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SULMONA – La riorganizzazione del piano sanitario per l’ospedale di Sulmona non trova l’unanimità in Consiglio  Comunale. Da un lato la maggioranza ribadisce che l’ospedale dell’Annunziata non sarà declassato ed invita l’intera assise civica a intraprendere una battaglia volta alla richiesta dei servizi, dall’altro la minoranza continua a chiedere per Sulmona il nosocomio di primo livello con il ridisegno del bacino d’utenza. Le richieste sollevate dall’opposizione sono contenute in un ordine del giorno, presentato dal consigliere comunale Fabio Ranalli, respinto al momento della votazione. A passare è il documento della maggioranza che- si legge nell’atto- “non vuole essere un plauso al depotenziamento dell’ospedale di Sulmona”. Il documento, i cui contenuti sono stati resi noti dalla consigliere comunale Deborah D’Amico, impegna il sindaco Annamaria Casini a intraprendere un’azione politica mirata a tutelare la salute dei cittadini e la qualità delle prestazioni sanitarie: acquisto della risonanza magnetica, mantenimento del punto nascita, unità operativa complessa di terapia intensiva, implementazione della telemedicina a supporto delle reti Ima, realizzazione di un centro di aritmologia di riferimento regionale nell’ambito della U.O. di Cardiologia e Utic nonchè tutti gli strumenti mirati al potenziamento del nosocomio peligno. “Si sono visti due grandi schieramenti affrontarsi uno sul contenuto che sono le deroghe e i servizi e uno sul contenitore che è il passaggio dal presidio di base al primo livello. Se una deroga ci è stata concessa, per l’ospedale di base, che venga fatta anche la seconda”, afferma  a Onda Tg il consigliere Alessandro Lucci. “Non difendiamo gli interessi di nessuno e non plaudiamo ad alcun depotenziamento. La vera battaglia quella per le deroghe e i servizi comincia ora e dobbiamo condurla insieme”, rimarca il sindaco Casini. “Dobbiamo puntare a conservare e inserire specialità nell’ospedale di Sulmona ma anche ad un potenziamento della medicina sul territorio, attraverso politiche di distretto e l’assistenza domiciliare integrata”, chiosa Casini.

Andrea D’Aurelio

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