SULMONA – Come si ripercuoterà sul futuro del nosocomio sulmonese il piano sanitario regionale? A questa domanda ha già risposto il 27 settembre 2015 il professore Aldo Ronci ma all’indomani dell’annuncio dell’assessore regionale Silvio Paolucci, Ronci intende rinfrescare la memoria. Il declassamento del presidio ospedaliero da ospedale di primo livello a ospedale di base comporterà la perdita di 23 unità operative su 30: cardiologia e utic, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, traumatologia, dialisi, centro trasfusionale, diabetologia, ostetricia e ginecologia, pediatria e neonatalogia, Neurologia, endoscopia e laparoscopia chirurgica, ematologia oncologica, , allergologia, anatomia patologica, diagnostica vascolare, angiologia, Medicina nucleare, Nefrologia e terapia fisica. Resteranno invece in funzione le unità operative del pronto soccorso, anestesia, medicina, chirurgia, ortopedia, radiologia e laboratorio analisi. Ronci ribadisce che il depotenziamento del Ss.ma Annunziata costituirà un ostacolo per qualsiasi strategia locale di sviluppo perché renderà incerte e insoddisfacenti le prospettive di vita degli individui che risiedono o vorranno venire a risiedere in questi territori. Per i residenti nel Centro Abruzzo vorrebbe dire un peggioramento della qualità della vita. Morale della favola il piano sanitario regionale comporterà un progressivo ulteriore spopolamento e una crescente emarginazione del Centro Abruzzo. La presentazione del piano sanitario regionale sta scatenando una serie di reazioni contrarie anche nella Giunta del Commissario ad acta della sanità Luciano D’Alfonso. Proprio ieri l’assessore regionale Andrea Gerosolimo, unitamente ai consiglieri regionali Maurizio Di Nicola e Mario Olivieri, ha detto no al piano sanitario poiché non è stato condiviso né con la maggioranza politica né in Consiglio.
Andrea D’Aurelio