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SULMONA – Avrebbero presentato istanza di accesso ai finanziamenti per la ristrutturazione di un immobile danneggiato dal sisma pur non possedendo i necessari requisiti. Per un 45 enne di Corfinio, un 67 enne e un 75 enne di Pratola Peligna, è arrivato ieri il rinvio a giudizio da parte del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, per i fatti che sarebbero stati commessi nel gennaio del 2016 nel centro peligno di Corfinio. L’accusa, in concorso tra loro, è di truffa e indebita percezione di erogazioni a danno dello stato. Un’ipotesi di reato che, ultimamente, finisce più spesso sotto la lente della magistratura. Nel caso di specie i tre imputati, rispettivamente il proprietario dell’immobile in questione, l’ingegnere progettista incaricato per la perizia giurata e l’ex responsabile dell’area tecnica del comune di Corfinio, avrebbero rappresentato falsamente l’esistenza dei requisiti necessari per l’accesso al contributo statale per la riparazione con miglioramento sismico degli immobili danneggiati dal terremoto del 2009, conseguendo un contributo di quasi 56 mila euro. Sostanzialmente i tre avrebbero dichiarato che l’immobile era adibito ad abitazione principale e che, all’esito delle ispezioni eseguite e della verifica dello stato dei luoghi, nell’edificio sussistevano danni riconducibili all’evento sismico del 6 aprile 2009, tant’è che lo stesso necessitava di lavori di rafforzamento strutturale. Circostanza non vera secondo la Procura poichè, come accertato nel corso delle indagini preliminari, l’immobile non era adibito ad abitazione principale nè sussistevano i requisiti previsti per il legittimo riconoscimento del contributo poichè le lesioni presenti nella muratura non avevano nulla a che fare con il terremoto. Una “svista” costata cara ai tre che dovranno presentarsi davanti al giudice monocratico, il prossimo 28 settembre, per la prima udienza del processo, assieme agli avvocati Alessandro Margiotta, Vincenzo Margiotta e Michele Quarta. A loro il compito di fare chiarezza sui vari passaggi e di smontare il castello accusatorio.

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