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SULMONA – Era finito sotto processo per aver strattonato e picchiato la madre ma la denuncia della vittima altro non era che una richiesta d’aiuto. Così il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ha assolto un 27 enne di Campo Di Giove per non aver commesso il fatto. La vicenda risale allo scorso anno quando la donna, dopo le percosse della prole, richiese l’intervento sul posto di una pattuglia dei Carabinieri della locale stazione. Ai militari la donna riferì maltrattamenti abituali che consistevano in spinte, strattonamenti e denigrazione della dignità personale a cadenza abituale, ogni quattro giorni. I Carabinieri quindi la convinsero a mettere tutto nero su bianco in caserma. Ne scaturì una misura cautelare per il giovane 27 enne che, per oltre un anno, non avrebbe potuto avvicinarsi alla madre e ai luoghi frequentati da quest’ultima a meno di 150 metri, distanza complicata da rispettare nei piccoli centri montani. Tuttavia è stata la madre querelante ad andare da lui, per svolgere alcuni lavori in casa e prendersi cura della prole in un momento delicato. “Gli atteggiamenti del ragazzo sono da inquadrare in una fase complicata, dopo la morte del padre. Non volevo punirlo”- ha riferito in aula la donna che ha scagionato il figlio di 27 anni. Il giovane imputato, assolto per non aver commesso il fatto, è stato difeso dall’avvocato, Serafino Speranza. Una storia che ha toccato indubbiamente le corde del cuore.

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