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SULMONA – Lunghe attese per i raggi e per la Tac riservata ai pazienti Covid. Accade nel reparto di radiologia dell’ospedale di Sulmona che continua a soffrire la carenza di personale, come già denunciato nei giorni scorsi dalle sigle sindacali che hanno proclamato lo stato di agitazione. Quella di ieri, in particolare, è stata una giornata tutt’altro che tranquilla per l’unità operativa del locale nosocomio. C’è un paziente di Pettorano sul Gizio che ha atteso quasi quattro ore per sottoporsi ai raggi come pure si sono allungati i tempi della diagnosi per il 73 enne di Raiano, paziente Covid accertato in ospedale, preso in carico nell’area grigia dove per fortuna non manca l’assistenza sanitaria. Un lunedì nero per la radiologia tenendo conto che era in funzione solo una strumentazione di diagnostica nella giornata dedicata ai controlli ortopedici. I turni di lavoro si svolgono con un solo medico in servizio. Ne consegue che l’utenza deve armarsi di pazienza e i sanitari devono gestire carichi estenuanti. Una situazione che necessita di interventi concreti e urgenti. Ad oggi restano in servizio quattro medici radiologi nel presidio ospedaliero di Sulmona (e uno solo dei due assegnati al PO di Castel di Sangro), un numero complessivo ben inferiore a quello previsto in pianta organica, e solo due medici sul totale sono attualmente abilitati ai turni notturni, situazione ovviamente non conciliabile con le normative contrattuali vigenti in ambito nazionale, e che da mesi sta implicando un dispendio aggiuntivo di risorse economiche ed umane. E’ proprio vero che il primo livello per un ospedale si misura nella sostanza e non nella forma. Ci sono reparti in sofferenza con l’organico mentre le unità operative complesse, fatta eccezione per la rianimazione, attendono ancora il reclutamento dei direttori tramite concorso. Come se non bastasse la risonanza magnetica, nuova di zecca, resta in magazzino. Incredibile ma vero. (a.d’.a.)

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