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La sentenza del 4 luglio scorso del tribunale dell’Aquila, nella persona del giudice del Lavoro Giulio Cruciani, rappresenta senza dubbio un successo per il direttore generale dell’Asl provinciale dell’Aquila Roberto Testa, ingiustamente cacciato con una delibera della giunta regionale guidata da Marco Marsilio, di Fdi, il 22 giugno del 2021. E’ una sentenza che manca però di una parte essenziale, quella che al manager silurato stava forse più a cuore: il riconoscimento e la quantificazione del risarcimento, per la rescissone di un contratto che avrebbe avuto come naturale scadenza il 22 settembre prossimo. Il tribunale si è limitato infatti a dichiarare illegittima la revoca, e a condannare la Regione Abruzzo a 4mila euro di spese legali.

Per ottenere il ristoro sarà ora necessario per Testa e i suoi legali una ulteriore causa al Tribunale civile, mentre alti dirigenti della giunta regionale e lo stesso Marsilio hanno avuto confronti per esaminare la vicenda e presentare il ricorso.

La sentenza, ad un attenta e completa lettura smonta punto per punto le contestazioni della Regione e la decisione di cacciare il manager.  Ma detto questo, era il risarcimento l’obiettivo principale dell’azione giudiziaria, visto che Testa nel frattempo è tornato a Roma, la sua città,  e ha ottenuto l’incarico di direttore sanitario del distretto 7 della Asl Roma due, e un reintegro non è più un ipotesi, in quanto il contratto originario con la Asl aquilana è appunto in scadenza.

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