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SULMONA – “Non esiste alcun provvedimento di depotenziamento dell’Apc di Sulmona”. Lo afferma l’assessore alle Politiche culturali, Mauro Febbo, intervenendo sulla polemica legata al riordino della struttura organizzativa della Regione. “La riorganizzazione dell’amministrazione periferica del settore cultura – aggiunge Febbo – consiste in un riassetto organizzativo volto a razionalizzare la macchina burocratica regionale anche alla luce delle risorse umane disponibili e dei servizi da erogare. Nello specifico, è stato solo previsto che un’unità di personale assegnato presso la sede di Sulmona non percepirà l’indennità aggiuntiva di capo uffici e ciò non comporta la riduzione della dotazione organica della predetta sede periferica. Pertanto – prosegue Mauro Febbo – l’ufficio non subisce alcun declassamento, perché l’attenzione sulla città di Sulmona rimane alta come si può evincere concretamente nei vari progetti di promozione culturale posti in essere. Basti pensare, a titolo esemplificativo, alla recente accelerazione impressa da questo assessorato per la riqualificazione della ‘Abbazia Santo Spirito al Morrone’ per 12 milioni di euro, così come per ‘SpazioOvidio’, la cui delibera arriverà in Giunta con un impegno di 387 mila euro. Inoltre, nell’ambito del turismo religioso, in occasione della prossima BIT di Milano, è stato previsto uno spazio dedicato ed esclusivo alla ‘Madonna che Scappa’ nell’ambito dell’offerta turistica sulla Settimana Santa in Abruzzo, nel cui ambito tale rappresentazione sacra assume un ruolo preminente”.  L’assessore regionale quindi, assente nella seduta di Giunta, sostiene che la riorganizzazione non comporta il declassamento della sede anche se la perdita del dirigente inevitabilmente incide sul depauperamento dell’autonomia gestionale. Sul caso sono intervenuti il Pd di Sulmona e il sindaco Annamaria Casini. Per i dem “la Regione intanto continua a mortificare un territorio, con i nostri consiglieri regionali che dovrebbero curarne gli interessi, e stanno invece a guardare”. Il sindaco ci va pesante: “la Lega pensa alla mozione di sfiducia ma non all’Agenzia di Promozione Culturale con una riorganizzazione che andava evitata”.

Andrea D’Aurelio

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