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SULMONA – Il conto alla rovescia per la tanto attesa ripartenza è già incominciato ma alcuni ristoratori cittadini hanno preferito procrastinare la data di apertura delle attività. L’obiettivo è quello di aprire in sicurezza, sistemare e adeguare il locale alle norme anti Covid e al distanziamento sociale. “Abbiamo bisogno dei tempi tecnici”- fa notare Attilio Leombruni- “qualsiasi materiale ci serve per apportare le modifiche non si può reperire. Dobbiamo presentare domanda al Comune per occupazione del suolo pubblico e non riusciamo più a sostenere le spese perché non abbiamo più gli incassi di prima”. E’ il grande problema dei piccoli locali che devono rivedere e ottimizzare gli spazi, lanciando il cuore oltre l’ostacolo. Ma va anche detto che la ripartenza non è quella indicata o suggerita dal calendario. Il ritorno al ristorante si scontra con l’aspetto emotivo-psicologico e con il cambio delle abitudini di clienti nei due mesi di quarantena. Si è passati alla “cucina fai da te” e il momento di distensione della classica cena con gli amici potrebbe essere “turbato” dalle nuove misure. Ma non si può far a meno di ripartire. “Alla fine vincerà la voglia di stare insieme anche se la gente comincerà a riprendere piena fiducia a Pasqua dell’anno prossimo”- interviene Clemente Maiorano che per la riapertura dello storico ristorante, a fine maggio, sta preparando il “piatto della ripartenza” da dedicare alla città come segno di buon auspicio. Si tratta della salsa di farfalle alla Clemente, il piatto storico e celebre del ristorante, che potrà essere assaggiato dai sulmonesi. Si lavora per ricominciare e bisogna anche reinventarsi per offrire qualcosa di diverso dalla cucina casereccia che si fa anche in casa. Che fatica. Ma è una sfida da combattere.

Andrea D’Aurelio

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