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SULMONA –  Meglio tardi che mai. Con deliberazione del Direttore Generale, Ferdinando Romano, la Asl 1 ha finalmente provveduto ad aggiudicare i lavori per l’installazione di una risonanza magnetica di ultima generazione nell’ospedale di Sulmona, per un importo complessivo di 290.242, 95 euro, al netto degli oneri di sicurezza. Ad eseguire i necessari interventi sarà la Itel Telecomunicazione Srl che aveva risposto all’avviso pubblico assieme alla Morviducci Srl. Inizialmente, nella procedura telematica indetta sul Mepa, si erano candidati sei operatori. Davanti alla commissione giudicatrice sono invece arrivate solo due imprese. L’azienda sanitaria, a quattro anni dall’apertura del nuovo nosocomio, finalmente si muove per portare a termine la procedura, riguardante l’appalto dei lavori sui locali che dovranno ospitare la famigerata risonanza magnetica nel presidio ospedaliero peligno. Il super macchinario, al centro delle ultime campagne elettorali, è rimasto fuori dall’ospedale poichè la stanza adibita per accoglierlo risulta ancora grezza, necessitando di interventi strutturali. La Asl, a settembre 2019, accorgendosi dalla stanza inadeguata, avviò l’iter per l’affidamento dei lavori. Dopo stalli e silenzi, nel 2021 si arrivò alla diffida per l’impresa incaricata che portò alla rescissione del contratto per le difformità rilevate. Da qui la più recente manifestazione d’interesse per il nuovo incarico che ha portato lo scorso 3 novembre all’aggiudicazione dei lavori. Permane l’incognita sulle tempistiche e sulla messa in funzione dal momento che, spiegano gli operatori, servirà un’adeguata formazione per utilizzare il macchinario. La speranza è di accorciare i tempi per la tutela della pubblica salute e dell’accesso alle cure. Proprio per l’impossibilità di svolgere l’esame in loco diversi utenti, nell’ultimo periodo, si sono rivolti ai privati o hanno macinato chilometri. C’è chi è stato trasportato in ambulanza da un nosocomio all’altro, in prognosi riservata, per sottoporsi alla prestazione in via d’urgenza. Per non parlare dei pazienti più in “carne”, che avevano prenotato l’esame a Castel Di Sangro, ma sono stati costretti a cambiare strada perchè il macchinario non era in grado di sopportare un certo peso. Vicende inaccettabili e spiacevoli. Recentemente il Tribunale dei Diritti del Malato aveva chiesto alla segreteria regionale di avviare mirate verifiche per scoprire dove è allocata attualmente la risonanza, se in magazzino o altrove e se l’azienda sanitaria ha chiesto il risarcimento danni alle ditte che hanno prodotto difformità sugli appalti con il conseguente aggravi di costi e tempi.

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