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SULMONA – Tre schiaffi in faccia e tanto stupore per un gesto che, seppur oramai deflazionato in ambito penitenziario, sarebbe avvenuto d’impeto, in maniera del tutto inattesa e proprio per questo molto più pericoloso rispetto a quelli preordinati.
A cadere sotto l’insano gesto di un detenuto del circuito dell’Alta Sicurezza di origine albanese è stato un Agente di Polizia Penitenziario di servizio in una delle affollate sezioni detentive dell’istituto ovidiano. Per lui solo un po’ di spavento e disorientata incredulità. Il fatto è avvenuto alcuni giorni fa in un clima, quello che si sta registrando nel penitenziario di Via Lamaccio, sempre più rovente per via della presenza di troppi detenuti diversi dei quali con problematiche psichiatriche. Una situazione quella che si vive presso la Casa di reclusione di Sulmona che ad una politica del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria tesa ad un invio da altre carceri di un cospicuo numero di detenuti, a seguito di opinabili politiche di sfollamento, non solo fa seguire uno spostamento del problema concentrandolo da un’altra parte ( in tal caso in un carcere in procinto di esplodere qual è quello di Sulmona) ma che, soprattutto negli ultimi mesi, non provvede se non in rari casi al trasferimento dei detenuti macchiatisi di reati di minacce ed aggressioni. Intanto il carcere peligno va sempre più affollandosi e con esso vengono meno non solo le condizioni volte a far rifiatare gli operatori penitenziari. Solo nelle scorse settimane un detenuto aveva aggredito un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Un esclation di aggressioni che non lascia tranquilli gli addetti ai lavori

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