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“L’interazione tra i gruppi criminali italiani e stranieri è ormai dato di fatto. Non c’è più una netta distinzione, dove c’è profitto lì si radica la crimalità organizzata. La logica è quella del fare affari e ricliclare il provento”. Lo ha detto Maria Vittoria De Simone, procuratore nazionale aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia Maria, intervenuta questa mattina a Sulmona nella cerimonia del premio “legalità e territorio”, riservato alle scuole di ogni ordine e grado. “La legislazione italiana è fin troppo aggiornata e rigorosa. Il problema è rappresentato dalla difficoltà del far comprendere certi fenomeni dove non sono maggiormente radicati. Molto più facile far comprendere in Campania e Calabria le caratteristiche della criminalità che non su altri territori. E’ un problema che va superato perchè le organizzazioni criminali non hanno confini”- ha aggiunto De Simone riferendosi alla recente inchiesta “Transumanza” che vede 75 indagati in tutta Italia, anche in Abruzzo. Il procuratore ha rivolto un appello alle scuole per formare i più giovani alla cultura della legalità e ai comuni. “E’ necesaria un’ amministzione locale trasparante che persegua i suoi obiettivi con integrità”- riprende De Simone che ricorda anche i passi in avanti fatti in Europa, con il regolamento del 2018, che ha permesso di sequestrare e confiscare i beni della criminalità organizzata nei paesi esteri. Alla cerimonia sono intervenuti anche il procuratore della Repubblica di Sulmona, Luciano D’Angelo, il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero e i rappresentanti delle forze dell’ordine, per una riflessione sui temi della legalità e della criminalità in ogni sua espressione. Il premio, organizzato dal comune, era stato sollecitato nel 2022 da un ordine del giorno, portato in consiglio da Teresa Nannarone.

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