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SULMONA. Un anno e quattro mesi di reclusione più il pagamento delle spese processuali. È la pena inflitta dal giudice, Francesca Pinacchio, ad una 34enne nigeriana, furbetta del reddito di cittadinanza. La donna, nel 2020, era stata denunciata dai carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro, nell’ambito di alcune attività investigative, condotte insieme al nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di l’Aquila, che avevano portato i militari, a smascherare diverse persone. Nel caso specifico, la 34enne risultava residente sul territorio nazionale, nella cittadina sangrina, dal 2015, ovvero da soli cinque anni e non da dieci, come aveva dichiarato falsamente al Caf, per ottenere il reddito di cittadinanza. Le verifiche, dunque, hanno portato ad accertare una percezione indebita del reddito. Come da procedura, i beneficiari devono avere una permanenza minima di dieci anni. I controlli effettuati hanno permesso di individuare l’idebita percezione del reddito di cittadinanza, da parte di 17 persone, residenti anche nei Comuni di Pescasseroli ed Opi. Tutti risultati non in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente e sotto processo.

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