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SULMONA – Le direttive sono precise e consentono solo a un congiunto o a una persona espressamente indicata dal paziente di accedere per soli venti minuti nei reparti. In tempo di pandemia stare accanto ai congiunti ricoverati in ospedale diventa un’impresa. Anche l’esperienza del parto risente delle misure adottate per prevenire la diffusione del contagio. I neo papà non possono vivere appieno la fase del post travaglio con la propria consorte. Lo sfogo, proprio nel giorno della Vigilia di Natale che richiama alla nascita, arriva da un sulmonese che sta per diventare genitore. “La pessima gestione della Asl abruzzese , si evidenzia in tutte le sue sfaccettature. Questa volta a farne le spese sono le coppie che hanno scelto la Asl 1 ovvero gli ospedali dell’Aquila ,Avezzano e Sulmona per far nascere il proprio figlio. Non si sa infatti quale sia la ratio che impedisce al neo papà di stare accanto alla propria compagna ,in un momento così importante da condividere per loro, nonostante che si sottoponga a tampone e a tutte le precauzioni del caso, in questo periodo così particolarmente complicato. Sembra che per avere questo onore bisogna essere fortunati nel capitare nell’ospedale abruzzese dove è permesso”- si sfoga il neo papà che conclude: “non sono un medico e non esprimo un parere sulla correttezza o meno della norma, ma mi chiedo come mai, se mai esistesse il pericolo, per quale motivo tale criticità si evidenzierebbe in alcuni ospedali si ed in altri no ma di certo nei nosocomi della provincia dell’Aquila. Sento di esprimere comunque un grosso rammarico per l’esperienza unica che viene negata alle coppie aquilane”. (Red)

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