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SCANNO – Non vi fu prova dell’ammanco di soldi dalle casse comunali ma la Procura della Repubblica di Sulmona impugna la sentenza di assoluzione. Secondo round, davanti alla Corte d’Appello dell’Aquila, per l’ex funzionario del comune di Scanno, C.S., che era stato scagionato da tutte le accuse con l’assoluzione del collegio giudicante del Tribunale di Sulmona. I fatti risalgono al biennio 2016-2017. Secondo quanto emerso nel quadro probatorio, l’ex funzionario si sarebbe appropriato di circa 80.000 euro in contanti, sottraendoli dalle casse del Comune di Scanno. Il denaro era provento di tributi vari (pagamento di parcheggi comunali, utilizzo del palasport, scuolabus, pagamenti di pubblicità  e affissioni, occupazione di suolo pubblico, occupazione delle aree di mercato, proventi contravvenzionali, diritti di urbanistica e di segreteria). Inoltre, sempre secondo l’imputazione, approfittando del proprio incarico, si sarebbe appropriato di 17.500 euro, , assegnandosi in aggiunta al proprio stipendio una serie di indennità non spettanti. Nulla di tutto questo era emerso nel primo grado di giudizio quando il castello delle accuse era caduto. Secondo i giudici del collegio non sono emersi indizi chiari ed inequivocabili per l’ipotesi di reato di peculato aggravato tant’è che l’ex contabile, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta, era uscito assolto. Lo stesso aveva già annunciato un maxi risarcimento danni nei confronti del Comune e non solo. La vicenda sarà probabilmente “rispolverata” dai giudici aquilani in appello alla luce dell’impugnazione della sentenza di assoluzione da parte della Procura sulmonese. Si attende la fissazione dell’udienza

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